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L’articolo di
seguito proposto può essere usato come spunto per strutturare un percorso
didattico articolato in due lezioni interattive di due ore ciascuna.
"Malaria: trent’anni dopo, torna il DDT"
Marina Forti
da “Il manifesto”
del 19 Settembre 2006
L’Organizzazione Mondiale della Sanità
ha deciso di tornare a usare l’insetticida DDT
nei suoi programmi per la lotta alla malaria.
“I dati scientifici e programmatici sostengono questa decisione”, ha dichiarato
venerdì il dottor Anarfi Asamoa-Baah, assistente direttore generale dell’OMS per
i programmi su malaria, Aids e
tubercolosi. “L’irrorazione residuale
degli interni è utile per diminuire rapidamente il numero di
infezioni causate dalle
zanzare portatrici di malaria. E’
dimostrato che il DDT è efficace e non presenta
rischi per la salute se usato in modo appropriato”.
La decisione dell’OMS è il risultato di ormai anni di pressioni
di alcune associazioni internazionali per la lotta alla malaria, che chiedevano
di ridare cittadinanza al Ddt per combattere uno dei più grandi killer di tutti
i tempi: la malaria uccide almeno un milione di persone ogni anno, in gran parte
bambini sotto i 5 anni d’età; di queste
persone l’80% vive nell’Africa sub-sahariana. Almeno mezzo milione di persone
ogni anno si ammala gravemente di febbri
malariche anche se sopravvive. Spruzzare gli interni delle case una volta
all’anno e impregnare le zanzariere (basta una volta ogni 5 anni) con
quell’insetticida, riconosce l’OMS, è il mezzo più efficace ed economico per
tenere sotto controllo le zanzare che sono il
vettore della malattia.
Il DDT però non era al bando a
caso. Il dicloro-difenil-tricloroetano
(da cui l’acronimo DDT) è una sostanza sviluppata all’inizio degli anni ’40 (il
chimico svizzero Paul Hermann Muller della casa farmaceutica Geigy ebbe il Nobel
per la medicina nel 1948 per la scoperta
“dell’alta efficienza del DDT come veleno da
contatto contro diversi artropodi”);
fu usato in modo massiccio dalle truppe Alleate durante la seconda Guerra
mondiale e poi negli anni ’50, anche sulla popolazione civile, contro gli
insetti che diffondono
tifo e malaria: e in effetti ha
contribuito a eradicare la malaria negli Stati uniti meridionali e in Europa.
Dal 1955 è entrato come elemento chiave dei programmi lanciati dall’OMS contro
la malaria.
Poi però il DDT è caduto in
disgrazia. La svolta è stata nel 1962, quando la
biologa americana Rachel Carson ha
pubblicato un libro intitolato Silent Spring (“Primavera silenziosa”),
che segnò uno degli atti di nascita dell’ambientalismo:
dimostrava che l’uso massiccio del DDT in agricoltura aveva avuto un effetto
devastante sull’ambiente, rotto la catena di insetti e
uccelli che popolavano le
campagne americane e in particolare
causato l’assottigliarsi del guscio delle uova
degli uccelli selvatici. La denuncia di Rachel Carson suscitò molta impressione
e portò, negli anni ’70, alla messa al bando del DDT per usi agricoli, prima
negli Usa e poi in tutti i paesi industrializzati. Dai primi anni ’80 anche
l’OMS ha smesso di promuoverne l’uso nei suoi programmi antimalarici, e in
generale tutti i programmi internazionali di aiuti hanno messo al bando
l’insetticida.
Carson sosteneva anche che il DDT
aveva effetti cancerogeni sugli umani,
ma se i danni ambientali sono ben
documentati, è meno chiaro il pericolo sulla salute umana (nel 2005 però la
rivista medica Lancet segnalava che seppure non ha
effetti tossici acuti, secondo alcuni
studi l’esposizione al DDT provoca nascite
premature; dunque il bilancio tra danni e benefici nella lotta alla
malaria va valutato con attenzione). Sta di fatto che oggi il DDT è una delle 12
sostanze “inquinanti organici persistenti”,
Pop secondo l’acronimo inglese, messe al bando da un trattato internazionale nel
2004 entrato in vigore nel maggio scorso, salvo alcune deroghe.
A favore del DDT si sono battute
diverse organizzazioni di lotta alla malaria, negli Stati uniti e in Africa.
Molti ambientalisti hanno
cambiato atteggiamento; organizzazioni Usa come Environmental Defence, che negli
anni ’60 faceva campagna contro il DDT, ora sono favorevoli a un uso limitato
per combattere la malaria (è anche vero che si tratta di
dosi minime rispetto a quelle usate una
volta nella agricoltura americana). D’altra parte, alcuni grandi paesi
dell’Africa e dell’Asia non avevano mai smesso di usarlo: l’India, l’Indonesia o
il Sudafrica, dove le autorità sanitarie spruzzano una volta all’anno sui muri
interni delle case e delle stalle nelle zone malariche – con tutte le
precauzioni, fanno notare, per evitare che i residui non vadano a inquinare
acqua e
terreni. Ma questi sono paesi abbastanza ricchi da finanziare da sé i
propri programmi anti-malaria: non così molti paesi africani, che dipendono da
aiuti internazionali. La decisione dell’OMS dunque segna una svolta pratica: il
DDT torna nei programmi di lotta alla malaria finanziati da aiuti
internazionali, a cominciare dal Global Fund sponsorizzato dal G8.
Nell’articolo sono stati
evidenziati i termini inerenti le Scienze naturali. Tali termini possono essere
raggruppati nelle seguenti macroaree:
La lettura dell’articolo potrebbe essere il punto di partenza per
suscitare l’interesse degli studenti riguardo numerose tematiche. Ad esempio
potrebbero scaturire riflessioni circa l’inquinamento; il rapporto tra rischi e
benefici, per l’uomo e l’ambiente, legato all’utilizzo di sostanze chimiche; il
condizionamento economico sulle scelte ambientali e sanitarie; le normative
vigenti per la tutela della salute umana e ambientale; i rischi e la profilassi
da adottare nell’eventualità di un viaggio in un paese in cui la malaria o altre
malattie siano endemiche. L’articolo può essere usato come
spunto per strutturare un percorso
didattico articolato in due lezioni interattive di due ore ciascuna.
La prima ipotesi di lezione, attraverso numerose attività,
ha come scopo quello di sensibilizzare gli studenti sulle problematiche legate
all’inquinamento inteso sia in “senso lato” che in “senso stretto”.
Si è pensato di iniziare il percorso utilizzando la strategia
didattica del brainstorming per far emergere le conoscenze pregresse e le
eventuali misconcezioni degli studenti.
E’ stata, successivamente, proposta un’attività di gruppo, con
l’obiettivo di far soffermare gli allievi sulle diverse accezioni del termine
inquinamento. La scelta del gruppo è motivata dalla volontà di far nascere un
confronto e una mediazione sulle conclusioni emerse. La presentazione della
riflessione di ciascun gruppo di fronte alla classe ha il fine di stimolare la
capacità espositiva e argomentativi dei ragazzi.
Si prosegue con una lezione frontale dialogata sull’inquinamento
in “senso stretto” per offrire uno sguardo generale sul tema.
L’attività conclusiva di questa prima ipotesi di lezione ha lo
scopo di rendere consapevoli gli studenti sulle possibilità e responsabilità del
singolo e delle istituzioni riguardo il rispetto dell’ambiente.
La seconda ipotesi di lezione ha l’obiettivo di
evidenziare il rapporto tra rischi e benefici, per l’uomo e l’ambiente, legato
all’utilizzo di sostanze chimiche, attraverso l’esempio del DDT.
Essendo
interessante e ricco di spunti l’articolo “Malaria: trent’anni dopo, torna il
DDT” può essere proposto alla classe e può essere richiesto agli studenti di
identificarne all'interno le parole chiave.
Successivamente è proposta agli studenti la costruzione di una
mappa concettuale sull’articolo. L’utilizzo di questo strumento didattico è
utile per evidenziare le relazioni che lo studente ha colto nella lettura
dell’articolo. In seguito è opportuno condividere le mappe e proporre l’attività
di gruppo sui danni ed utilizzi del DDT, per verificare la corretta comprensione
del testo, a causa della presenza di numerosi termini propri del linguaggio
scientifico e di molteplici argomenti.
A questo punto, dopo aver verificato, attraverso le due attività
precedenti, il raggiungimento di un buon livello di comprensione dell’argomento,
si propone un approfondimento sulla malaria, attraverso una lezione frontale
dialogata utilizzando i materiali messi a disposizione nel percorso online.
Si termina il percorso didattico con l’attività dello
schieramento sull’utilizzo del DDT, dopo aver costruito insieme una rete di
relazioni sull’argomento. Questa attività ha lo scopo di
stimolare la
capacità critica degli
studenti in quanto possono liberamente esprimere la propria posizione e
confrontarsi con i compagni.
LEZIONE
1 (circa 2 ore)
1.
Brainstorming
(circa 20’):
-
data la tematica
dell’inquinamento, ciascuno studente è invitato ad esprimere termini
connessi all’argomento;
-
l'insegnante
scrive su un cartellone i termini emersi.
2.
Attività a gruppi (circa 20’):
-
si
suddivide la classe in 5 gruppi;
-
si assegna a ciascun gruppo
un’immagine riguardante una particolare tipologia di inquinamento in “senso
lato” (inquinamento di un panorama alpino sfigurato da costruzioni; i
inquinamento di prove processuali attraverso la presentazione di una
vignetta; inquinamento di un ecosistema da parte di un organismo “non
indigeno”; inquinamento naturale dovuto a emissioni provenienti da
un’eruzione vulcanica);
-
ogni gruppo è invitato ad
assegnare ad ogni immagine un titolo e a riflettere sulla connessione
esistente con l’inquinamento.
3.
Condivisione delle attività di gruppo
(circa 20’):
4.
Lezione
frontale dialogata (20’):
5.
Attività collettiva (20’):
-
l’insegnante presenta un
cartellone suddiviso in due colonne sulle quali sono riportati: “i tuoi
interventi per ridurre l’inquinamento” e “gli interventi che proporresti per
ridurre l’inquinamento, se fossi un potente della Terra”;
-
con l’aiuto di due studenti
volontari si raccolgono le ipotesi di intervento proposte dai compagni;
-
riflessione
finale sulle proposte raccolte.
LEZIONE 2 (circa 2
ore)
1.
Lavoro individuale (15’):
2.
Lavoro a coppie (15’):
3.
Condivisione delle parole chiave e delle
mappe concettuali (10’).
4.
Attività collettiva (20’):
-
l’insegnante presenta un
cartellone suddiviso in due colonne sulle quali sono riportati: “aspetti
positivi del DDT (gli utilizzi)” e “aspetti negativi del DDT (i danni)”;
-
con l’aiuto di due studenti
volontari si raccolgono le ipotesi di intervento proposte dai compagni.
5.
Lezione frontale dialogata sulla malaria
(30’):
-
distribuzione geografica
della malaria;
-
vettore (zanzara femmina del
genere Anopheles);
-
agente eziologico (diverse
specie di Plasmodium);
-
ospite (primati ed in
particolar modo l’uomo);
-
ciclo
vitale del Plasmodium;
-
patologia e conseguenze.
6.
Schieramento (20’):