Accensione a Scintilla
Il circuito di accensione è rappresentato in figura.
L’accensione si realizza determinando una differenza di potenziale elevata (fino a 20KV) fra gli elettrodi della candela (figura)
La candela posta nella camera di combustione fa scoccare una scintilla tra gli elettrodi ed innesca la combustione della miscela. La batteria fornisce tensione a 12V ed è caricata da un alternatore azionato dall’albero motore. Nella bobina, che è un autotrasformatore, si eleva la tensione. Il ruttore (in figura)
è azionato dall’albero motore ed apre periodicamente tramite un eccentrico le puntine platinate. Queste interruzioni di corrente a bassa tensione generano delle variazioni di campo magnetico nel circuito secondari della bobina e di conseguenza generano corrente ad alta tensione.
Un apposito distributore, che prende il moto dall’albero motore, manda la corrente alle candele nella sequenza desiderata. Il condensatore messo in parallelo nel circuito è un limitatore di scintille e serve ad attenuare l’usura delle puntine platinate. Il gruppo ruttore distributore e condensatore prende il nome di spinterogeno.
Per ovviare all’conveniente della rapida usura della puntine del ruttore dello spinterogeno e per evitare una diminuzione di intensità della scintilla tra gli elettrodi della candela all’aumentare del numero di giri del motore si adotta l’accensione elettronica.
Essa consiste nell’inserimento di uno o più transistor nel circuito di accensione bobina – spinterogeno. Il transistor può funzionare come interruttore elettrico che viene azionato dal ruttore il quale agisce sul circuito di base dal transistore stesso. Il vantaggio consiste nel fatto che l’alta tensione che si genera nel circuito secondario della bobina non diminuisce all’aumentare del numero di giri del motore e quindi si ottiene ad elevati regimi un scintilla di intensità maggiore di quella che si ottiene usando i sistemi tradizionali.
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