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…RISCRIVERE
Le attività che vengono proposte in questa seconda parte hanno lo scopo di condurre i novelli scrittori a far propri i mezzi fin qui acquisiti. Si tratta infatti, attraverso il modello dell’imitazione, di appropriarsi di alcuni testi e di mettere in atto le proprie abilità imitative: ritornare sul testo, ricopiare con noncuranza. Pratiche che, tutto sommato sono sempre esistite. Basti pensare al fatto che tutte le storie, prima ancora di essere scritte, venivano raccontate [I1] [F1] [S1] [E1].
Tanti dunque i motivi che hanno spinto gli esseri umani di ogni tempo a scrivere. A volte necessità di un epoca, in cui la novità, per essere ammessa e riconosciuta, doveva avere le sue radici in un passato noto. E ancora semplici esercizi di stile, giochi di scrittura. Tutti processi che autorizzano a riconoscere una strategia, a parafrasare, a plagiare senza vergogna, a impossessarsi di uno stile, adottandolo – adattandolo [I2] [I3] [F2] [S2] [E2]. Queste tecniche saranno molto utili, soprattutto all’inizio, perché nascondono i momenti carenti di ispirazione ed evitano la riproduzione di frasi banali o alquanto scontate.
Talvolta il pastiche sarà discreto e casuale, ma, più spesso, sarà ostentato e pertanto eccessivo. L’essenziale è comunque, in questa fase, sbarazzarsi, provvisoriamente, delle forme e dalle strutture, per iniziare a preoccuparsi un po’ di più del contenuto del messaggio.
Questa seconda fase richiede tuttavia un prerequisito fondamentale: leggere [I4] [F3] [E3]. Aderire a un testo, lasciare che l’emozione si esprima attraverso la scrittura, che passi attraverso l’estetica o il sentimento, per poi rileggere e riscrivere una, dieci, infinite volte, in un percorso a spirale che si svolga e si dipani lungo infinite possibilità di invenzione.
Non si scrive mai partendo dal niente. C’è sempre una scintilla: una parola, un’immagine che genera una prima frase, a cui le altre saranno, inesorabilmente e inevitabilmente, incatenate per sempre [I5].
3/9
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