Le metodiche che
sono state utilizzate dopo il bando del DDT e che in parte si usano ancora oggi,
fanno riferimento all’utilizzo di farmaci “classici”: ad esempio la clorochinina.
Questo farmaco,
però, presenta grossi limiti in quanto molti ceppi di zanzare sono diventati
farmaco-resistenti ed è quindi diventato ormai un metodo inefficace.
L’errore è
soprattutto dovuto all’utilizzo di una monoterapia, perché colpisce il ciclo
vitale del protozoo responsabile dell’infezione in un solo punto, pertanto i
ceppi che hanno sviluppato la resistenza riusciranno a superare quell'ostacolo,
e non ci saranno più possibilità di bloccare il ciclo infettivo[S1].
Utilizzando,
invece, una terapia combinata[E1]
,in altre parole utilizzando delle " trappole
chimiche" in punti diversi, la probabilità di avere successo aumenta. La terapia
combinata più efficace si è rivelata quella a base di artemisinina[S1][S2][E1][I1][F1], farmaco
ricavato dalla pianta cinese Artemisia annua, usata nella medicina tradizionale,
che ha già di per sé una doppia azione: ossia è sia schizonticida sia gametocida
(interviene cioè nei due cicli della riproduzione del protozoo).
A livello
concettuale parrebbe ovvio utilizzare l’approccio combinatoriale, ma a che costi
economici? La terapia a base di artemisina ha costi più elevati rispetto alle
altre terapie, ecco quindi la sua difficoltà ad essere utilizzata soprattutto
perché Gran Bretagna e USA, che detengono il maggior controllo a livello
politico-scientifico, lo considerano un farmaco di seconda linea.
In un dossier
sui cambiamenti dei protocolli di lotta alla malaria in Africa del 2002 si
sostiene che molti governi, pur conoscendo gli svantaggi della monoterapia, la
utilizzano in ogni caso come trattamento di prima linea, prevedendo come seconda
linea l’utilizzo di terapie combinate, ma non considerando comunque i farmaci a
base di artemisina.
L’ottima osservazione riportata in questo dossier è che
“L'aumento
dei costi di oggi sarà compensato dalle economie e dagli effetti positivi dei
prossimi anni. L'utilizzo di un trattamento efficace salva delle vite, riduce il
numero e la durata delle consultazioni mediche e dei ricoveri ed evita il costo
di trattamenti inefficaci. I pazienti ritornano più rapidamente alle loro
famiglie e al loro lavoro, riducendo in tal modo il peso socioeconomico della
malaria”.
La
proposta è perciò di cercare di ridurre il più possibile nel tempo il cosiddetto
periodo di “transizione” dalla terapia con farmaci classici a quella combinata
con l’artemisina.
A
favore dell’artemisina e dei conseguenti approcci combinatoriali basati sui suoi
derivati (artesunato e artemether) ci sono molte qualità: rapidità di azione e
maggiore efficacia, la breve durata di vita minimizza il rischio di apparizione
di resistenza, agendo sui gametociti può ridurre la trasmissione del parassita
che in periodo “epidemico”potrebbe portare all’interruzione della propagazione
della malattia, non hanno effetti collaterali. Infine un altro
grande vantaggio, non trascurabile, è rappresentato dalle modalità di
somministrazione: il trattamento a base di artesunato è somministrato per via
orale per tre giorni; il trattamento a base di artemether è somministrato per
via intramuscolare per tre giorni.
Costi
per paziente – comparazione dei prezzi dei trattamenti della soluzione
transitoria e la soluzione ottimale
|
AQ + SP*
(soluzione proposta a medio termine)
in dollari per adulto trattato |
AQ + AS**
(soluzione ottimale raccomandata)
in dollari per adulto trattato |
Differenza tra le soluzioni a medio termine
e quelle ottimali |
Costo attuale (2002) |
0,25 |
1,30 |
1,05 |
Costo mirato (2004) |
0,25
(senza cambiamento) |
0,60 |
0,35 |
*
amodiachina + SP ; ** amodiachina + artesunato