LE RADICI DELL'IDEA EUROPEA
Secondo l’ambasciatore, storico e giornalista Sergio Romano[I1]
radici della formazione dell’Europa, troveremo grandi eventi e fenomenologie senza le quali non avremmo avuto la genesi di questa grande comunita’ unitaria. All'alba della storia si delineò una frattura non solo di civiltà ma anche geoclimatica, che divise l'Europa antica in due settori ben distinti: da una parte una cultura mediterranea, che si evolse grazie ai contatti con le zone molto progredite dell'Egitto e del Medio Oriente, e dall'altra una cultura continentale che non sviluppò sistemi sociali altrettanto complessi, rimanendo nel quadro di un'economia di villaggio quasi autosufficiente. Ad esempio, all'inizio del I millennio a.C., in Italia la sovrapposizione tra elementi differenti - quello celtico, quello indoeuropeo, quello greco - fu più marcata che altrove e determinò il nascere di una società capace di raffinate elaborazioni simboliche ed espressioni artistiche come quella etrusca. Nello stesso periodo, sul Mediterraneo la fioritura delle città-stato della Magna Grecia [I1]
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creava ulteriori collegamenti con le evolute civiltà orientali. Lo storico e politico Federico Chabod
[I1] ripercorre le tappe del lungo cammino che, dalla Grecia classica all'Ottocento, portarono alla nascita e allo sviluppo dell'idea di Europa intesa come coscienza dell'appartenenza a un insieme che non è solo territoriale o politico ma soprattutto culturale. Tale idea si formò sulla base della contrapposizione agli "altri", individuati di volta in volta nei barbari, nei persiani, negli sciiti, nei turchi. Alla radice di tale plurisecolare contrapposizione vi fu un problema di civiltà che oppose popoli abituati a vivere nella tirannide e nel dispotismo, come quelli asiatici, a popoli governati, invece, da regimi repubblicani. La machiavelliana equazione repubblica = virtù
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fu il vero carattere originario della storia europea e costituì il fondamento, assieme al cristianesimo e all'eredità del mondo classico, di una coscienza che fu anche rivendicazione di una superiorità morale e civile sui popoli dimoranti in altre parti del mondo.
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