L'Attualità
Il Ministero dell’Interno Italiano [IT1] ha segnalato 62 episodi di intolleranza razziale antiebraica avvenuti in Italia nel 2006. Se consideriamo che i cittadini italiani che dichiarano di essere di religione ebraica sono soltanto 45.000, dei quali 35.000 appartengono alle Comunità Ebraiche [IT2], il numero di 62 aggressioni fisiche o verbali in un anno risulta particolarmente elevato. Ma anche nel 2007 non sono mancati episodi gravi. Basti pensare al gruppo di “naziskin” [IT3] italiani, provenienti dalla regione Trentino-Alto Adige, i quali, in spregio alle periodiche celebrazioni internazionali dell’Olocausto[IT5] si sono accordati con altri naziskin tedeschi e austriaci e si sono fatti fotografare in pose compiaciute e oltraggiose davanti al cippo che ricorda il forno crematorio del campo di concentramento di Dachau [IT5], [IT6] e accanto alla scritta agghiacciante “Arbeit macht frei” del cancello d’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz [IT7], [IT8], [IT9], [ES1], [ES2]
Tali foto sono comparse in data 11 ottobre 2007 sul settimanale “L’Espresso” [IT10].
L’intolleranza razziale antiebraica non è un fenomeno soltanto italiano, tanto è vero che l’Unione Europea [IT11], e prima la Comunità Europea, fin dal 1993 hanno affrontato il problema: già nell’aprile e nel dicembre di quell’anno, e nell’ottobre del 1994, infatti, il Parlamento Europeo aveva messo in guardia gli stati membri dell’Unione contro il razzismo, la xenofobia e l’antisemitismo. Inoltre, nell’ottobre del 1995, il Consiglio d’Europa [EN3], aveva chiamato in causa i sistemi scolastici di ogni paese europeo affinché tutti gli insegnanti ricevessero un’adeguata formazione e contribuissero alla lotta contro questi fenomeni. Il 1997 venne poi proclamato “Anno europeo contro il razzismo”.
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