Per indagare l’effetto dei tensioattivi si propone l’esecuzione di una esperienza che a partire dalle proprietà già note (assorbimento, capillarità e tensione superficiale) introduce le proprietà dei tensioattivi [IT1].
La carta è fatta con il legno e, come le piante, è formata da piccole fibre di cellulosa
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. Queste fibre si dicono idrofile (in greco, idro significa “acqua” e filo significa “che ama”)
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perché attirano l’acqua e le permettono di penetrare nella carta o, per le piante, nello stelo, nelle foglie e nei petali (come abbiamo visto nell’esperimento del sedano).
Le fibre, come le spugne, si gonfiano d’acqua e si distendono e ciò fa aprire le piegature del fiore di carta (e fa sbocciare i fiori veri). Il sapone
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e tutti i detersivi permettono di assorbire l’acqua più rapidamente, facendo diminuire la tensione superficiale. È questo il motivo per cui le fibre della carta si bagnano molto di più e il fiore di carta ha appena il tempo di sbocciare che già affonda.
Una seconda esperienza [IT1] permette di toccare con mano gli effetti di un tensioattivo e offre la possibilità di spiegare come possiamo sgrassare i piatti o lavarci i capelli per mezzo di un sapone.