Guardando come i materiali si bagnano, ci si accorge di come l’acqua non si accontenti di restare in superficie ma voglia anche conquistare l’interno, penetrando nel materiale e lasciandosi assorbire.
Ma che cosa significa assorbire? Arriveremo a costruire il concetto di assorbimento attraverso due esperienze.
La prima [IT1] permetterà di osservare il comportamento di alcuni materiali in presenza di acqua.
La seconda [IT2] indagherà la struttura microscopica dei materiali utilizzati nell’esperimento precedente per mezzo di uno stereoscopio portatile [IT3] [IT4] [EN1] [ES1] [FR1].
Quali caratteristiche deve avere un materiale per assorbire un liquido?
L’assorbimento [EN1] dipende da come è formato il materiale, da come sono disposte le fibre, se vi sono pori e dalle loro dimensioni.
Per assorbire l’acqua un oggetto deve tenerla dentro. Non basta quindi che sia sufficientemente gentile da permetterle di aggrapparsi alla sua superficie, le deve concedere di entrare al proprio interno. Perchè questo accada ci devono essere i buchi della dimensione giusta.
Infatti se i buchi sono troppo piccoli l’acqua non riesce ad entrare, e succede come nelle membrane impermeabili, negli ombrelli, nelle giacche a vento o nei nuovi tessuti traspiranti, realizzati in modo da presentare dei buchi microscopici che impediscono alle molecole d’acqua, legate fra loro in forma di gocce di pioggia, di passarvi attraverso.
Le molecole di vapore che provengono dalla traspirazione, invece possono attraversare senza problemi i buchi del tessuto, evitando l’effetto bagnato del sudore. Sappiamo infatti che attraverso una porta stretta passa molto più comodamente una persona sola che non una folla disordinata, che per di più si tiene stretta per mano.
Ancora una volta la particolare coesione dell’acqua ne caratterizza il comportamento macroscopico ed impedisce il passaggio delle gocce attraverso buchi troppo piccoli. Se invece questi buchi sono troppo grossi succede come nelle tulle.
Tutti i materiali che assorbono, pur se appaiono solidi e compatti, devono avere una struttura porosa nella quale l’acqua riesce a penetrare, cacciando via l’aria che occupava i piccolissimi spazi interni.
Molti dei materiali assorbenti più comuni sono infatti formati da elementi più piccoli (fili di cotone, fibre di cellulosa, granuli di argilla cotta, ecc.) che si intrecciano lasciando molti spazi vuoti. Se invece la loro struttura è costituita da granuli separati di dimensioni più o meno grossolane come succede in tutte le varie polveri (dalla farina alla sabbia) gli spazi in cui l’acqua può penetrare sono presenti naturalmente fra un granello e l’altro.
In ogni caso, con un’immagine semplice ma efficace, possiamo veramente dire che un materiale che assorbe è pieno di buchi!!