Il primo farmaco efficace, impiegato per il
trattamento della malaria fu la corteccia della pianta di
Chincona,
scoperta in
Perù nel 1600
e importata in
Europa dai
padri gesuiti[I1].
Nel 1800 in
Francia i
chimici Pelletier e Caventou [F1][I1][E1][S1]ricavarono dalla corteccia il principio attivo
anti-malarico in forma pura, un alcaloide che fu chiamato chinino. Per secoli,
nonostante i suoi effetti collaterali, il chinino è rimasto l'unico farmaco
anti-malarico.
Il problema della sintesi di nuove molecole efficaci
si pose durante la
Prima Guerra Mondiale,
quando il blocco dei porti e gli attacchi dei sottomarini ostacolarono gli approvvigionamenti di chinino. Il grande impulso alla ricerca lo diede
inoltre, nella
Seconda Guerra Mondiale,
la necessità di proteggere le truppe americane impegnate nel Pacifico. Numerosi
altri farmaci furono sintetizzati, clorochina, meflochina, ma il problema
maggiore fu la diffusione di ceppi che avevano sviluppato la resistenza verso
quest’ultimi a tal punto da renderli inefficaci[S1][F1][I1].
Nel
1971 da una
pianta, l’Artemisia annua, fu estratta l'artemisinina[F1][E1][E2], farmaco senza nessuna
somiglianza con i precedenti antimalarici, dalla quale furono in seguito
sintetizzati l'artemetere, l'artesunato e l'arteetere.