Secondo dati recenti
dell’Organizzazione mondiale della Sanità la malaria è diffusa in gran parte
dell'Africa, in India, nel Sud-est asiatico, nell'America meridionale e centrale
ed in genere in tutte le zone del mondo dove esistono le condizioni di sviluppo
degli insetti vettori[E1][E2][F1][F2][F3][S1][S2][I1]. L'adattamento dei plasmodi ai vettori locali e
l'esistenza di temperature critiche a latitudini e altitudini elevate sono stati
i principali limiti alla diffusione della malaria[I1][E1][F1].
Il 40% della popolazione
mondiale è esposto all'infezione in quanto vive in aree in cui la malaria è
endemica (aree in cui la malattia è sempre presente tra la popolazione di una
certa area geografica, con un numero di casi sostanzialmente costante nel
tempo)[I1].
La sua incidenza è di circa
300-500 milioni di casi clinici/anno, mentre la sua mortalità varia da 1 a 2
milioni di casi/anno. Il 90% dei casi di decesso è costituito da bambini in età
prescolare. In Africa in particolare la malaria costituisca la prima causa
sanitaria di povertà e di ritardo nello sviluppo[E1][S1][S2][F1][I1][I2].
Se da un lato però i dati
epidemiologici indicano una elevata mortalità infantile dall'altro occorre
considerare che la malaria è curabile quando tempestivamente diagnosticata. Per
questo motivo è fondamentale valutare i fattori che determinano tale mortalità:
- la resistenza incrociata
del parassita ai medicinali che ne bloccano lo sviluppo;
- il problema del ritardo
dell’accesso ai trattamenti medici e di una loro durata appropriata.
Anche in Italia si sono
verificati numerosissimi casi di malaria in passato. Le opere di bonifica[I1]e
all’avvento dell’insetticida esaclorocicloesano permisero tuttavia verso la fine
degli anni ’40 di considerare il nostro paese esente dalla malaria, ad
esclusione di casi sporadici e di quelli di importazione (circa 200 all’anno).
La malaria è oggi distribuita
in forma endemica in tutta la fascia compresa tra i due tropici, dove l’ecologia
è permissiva per lo sviluppo delle specie locali di Anopheles vettrici.
In questa fascia attualmente si stimano circa mezzo milione di casi, causati per
la maggior parte da P. falciparum, con circa due milioni di morti l’anno,
la maggior parte dei quali concentrati nell’Africa tropicale a sud del Sahara a
carico soprattutto dei bambini con meno di cinque anni di età.
P. falciparum è
distribuito soprattutto in Africa sub-sahariana, ma anche nel sub-continente
indiano, nel Sud-Est asiatico, in Papua-Nuova Guinea ed in alcuni paesi
dell’America centrale e meridionale.
P. vivax, responsabile
di più di un terzo dei casi di malaria del mondo, ha un’estensione più ampia, è
piuttosto comune nel sub-continente indiano e in America centrale.
P. ovale è responsabile
di meno del 5% dei casi globali di malaria, ed è distribuito prevalentemente in
Africa, soprattutto occidentale, ed in alcuni Paesi dell’America meridionale.
P. malariae causa circa
il 5% dei casi malaria e presenta una distribuzione sovrapponibile a quella di
P. falciparum.
Un problema relativamente
recente è quello della malaria importata[S1][F1], causata dai traffici
(prevalentemente commerciali, lavorativi e turistici) che legano i Paesi della
fascia endemica ai Paesi temperati.
La malaria è importata
soprattutto come “caso”, ovvero come persona che è stata infettata in un’area
endemica e poi ha espresso la malattia nel suo paese. Molto più raramente è
accaduto che ad essere stato importato sia stato il vettore, ovvero una femmina
di Anofele infetta che può essere entrata nell’abitacolo di un aereo partito da
una zona endemica ed atterrato in una zona temperata, dove ha punto un residente
che non si era mai spostato nelle aree a rischio.