La ricerca del parassita
malarico si impone al minimo sospetto anamnestico e/o clinico (paziente che
rientra da zona endemica con sintomatologia simil-influenzale: febbre, astenia,
disturbi gastrointestinali, artromialgie, cefalea) e va eseguita anche se il
paziente non presenta febbre[I1][E1][F1].
La diagnosi di malaria è
basata sulla ricerca del plasmodio nei suoi vari stadi evolutivi con esame
microscopico dello striscio di sangue periferico e della goccia spessa[S1][F1][E1][F2][I1]. Queste
tecniche sono per ora le migliori e sono utilizzate come riferimento nella
valutazione della sensibilità e della specificità delle metodiche di più recente
sviluppo.
I problemi legati alla
diagnosi dell’infezione malarica sono principalmente di due tipi:
- la
tempestività legata al sospetto clinico, che deriva per i casi di malaria
d’importazione, da un corretto raccordo anamnestico. La diagnosi di malaria
è probabilmente la sola vera urgenza in parassitologia clinica. In 12-24 ore
un soggetto non immune può passare da una discreta condizione psicofisica ad
uno stato di coma per malaria cerebrale da P.falciparum.
-
l'accuratezza ossia la corretta applicazione delle semplici procedure
da adottare nella preparazione dello striscio sottile e della goccia spessa. [I1][E1][E2]
Il prelievo ideale
dovrebbe essere eseguito durante la puntata febbrile, ma la ricerca dei plasmodi
si impone anche in assenza di febbre e, se negativa, deve essere ripetuta al
primo rialzo termico o se il quadro clinico è fortemente sospetto.
Il campione ideale
dovrebbe essere prelevato da capillare con puntura da polpastrello o da lobo
auricolare (o da tallone nei neonati); il problema è che con tali campioni è
possibile allestire solo uno striscio sottile ed una goccia spessa che non
sempre sono sufficienti per un corretto esame microscopico e soprattutto per
poter poi inviare almeno due strisci sottili al Ministero della Sanità per la
relativa denuncia ed eventuale conferma. Si propone pertanto un prelievo da vena
periferica e conservato in provetta con adeguato anticoagulante.
Nel caso dell'esame
microscopico dello striscio di sangue il campione deve essere analizzato entro
1-2 ore dal prelievo. Lo striscio sottile si effettua depositando su un vetrino
una piccola goccia di sangue che deve essere “strisciata” utilizzando il bordo
di un secondo vetrino tenuto inclinato a 45°: I globuli rossi parassitati dai
plasmodi tendono a disporsi lungo i margini laterali e terminali dello striscio.
Il preparato “a goccia
spessa” si allestisce invece depositando sul vetrino una goccia più grande di
sangue che è allargata con movimenti circolari centrifughi con l’angolo di
un altro vetrino; quindi si effettua la colorazione. Quest’ultimo esame permette
di concentrare maggiormente i protozoi ematici e di rendere più veloce e sicura
la ricerca e l’identificazione degli stessi.
Esistono anche altri
metodi di diagnosi basati su reazioni antigene-anticorpo o su sonde molecolari.
Nonostante ciò l’analisi di uno striscio di sangue o di una goccia spessa è
utilizzata con elevata frequenza in tutto il mondo dato il costo estremamente
basso e l’elevata affidabilità dei due metodi.