La Malaria di Nadia Campofiorito, Battaglia Francesca (frabattaglia@tim.it), Deplano Carla (carla.deplano@googlemail.com)

Diagnosi

La ricerca del parassita malarico si impone al minimo sospetto anamnestico e/o clinico (paziente che rientra da zona endemica con sintomatologia simil-influenzale: febbre, astenia, disturbi gastrointestinali, artromialgie, cefalea) e va eseguita anche se il paziente non presenta febbre[I1][E1][F1].

La diagnosi di malaria è basata sulla ricerca del plasmodio nei suoi vari stadi evolutivi con esame microscopico dello striscio di sangue periferico e della goccia spessa[S1][F1][E1][F2][I1]. Queste tecniche sono per ora le migliori e sono utilizzate come riferimento nella valutazione della sensibilità e della specificità delle metodiche di più recente sviluppo.

I problemi legati alla diagnosi dell’infezione malarica sono principalmente di due tipi:

 

  1. la tempestività legata al sospetto clinico, che deriva per i casi di malaria d’importazione, da un corretto raccordo anamnestico. La diagnosi di malaria è probabilmente la sola vera urgenza in parassitologia clinica. In 12-24 ore un soggetto non immune può passare da una discreta condizione psicofisica ad uno stato di coma per malaria cerebrale da P.falciparum.

 

  1. l'accuratezza ossia la corretta applicazione delle semplici procedure da adottare nella preparazione dello striscio sottile e della goccia spessa. [I1][E1][E2]

 

Il prelievo ideale dovrebbe essere eseguito durante la puntata febbrile, ma la ricerca dei plasmodi si impone anche in assenza di febbre e, se negativa, deve essere ripetuta al primo rialzo termico o se il quadro clinico è fortemente sospetto.

Il campione ideale dovrebbe essere prelevato da capillare con puntura da polpastrello o da lobo auricolare (o da tallone nei neonati); il problema è che con tali campioni è possibile allestire solo uno striscio sottile ed una goccia spessa che non sempre sono sufficienti per un corretto esame microscopico e soprattutto per poter poi inviare almeno due strisci sottili al Ministero della Sanità per la relativa denuncia ed eventuale conferma. Si propone pertanto un prelievo da vena periferica e conservato in provetta con adeguato anticoagulante.

 Nel caso dell'esame microscopico dello striscio di sangue il campione deve essere analizzato entro 1-2 ore dal prelievo. Lo striscio sottile si effettua depositando su un vetrino una piccola goccia di sangue che deve essere “strisciata” utilizzando il bordo di un secondo vetrino tenuto inclinato a 45°: I globuli rossi parassitati dai plasmodi tendono a disporsi lungo i margini laterali e terminali dello striscio.

Il preparato “a goccia spessa” si allestisce invece depositando sul vetrino una goccia più grande di sangue che è  allargata con movimenti circolari centrifughi con l’angolo di un altro vetrino; quindi si effettua la colorazione. Quest’ultimo esame permette di concentrare maggiormente i protozoi ematici e di rendere più veloce e sicura la ricerca e l’identificazione degli stessi.

Esistono anche altri metodi di diagnosi basati su reazioni antigene-anticorpo o su sonde molecolari. Nonostante ciò l’analisi di uno striscio di sangue o di una goccia spessa è utilizzata con elevata frequenza in tutto il mondo dato il costo estremamente basso e l’elevata affidabilità dei due metodi.

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