Oltre al bacino di
raccolta dell’acqua sorgono altre necessità:
- Deve
esistere la possibilità di svuotare il serbatoio d'acqua creato
dalla diga
- Deve
esistere la possibilità di mantenere nel serbatoio il livello
d'acqua voluto, diverso in generale da quello massimo/minimo.
- E’
necessario prevedere la possibilità di incanalare parte dell'acqua
per destinarla all'uso idroelettrico, o per irrigazione.
Gli scarichi sono le strutture che realizzano questi
obbiettivi, la loro realizzazione è sede di particolare attenzione, da
parte dei progettisti, poiché assicurano il corretto funzionamento
dell'impianto. La normativa prevede che gli scarichi siano dimensionati per far
fronte alla massima portata di piena sul bacino, inoltre che le eventuali
paratoie di apertura/chiusura delle condotte siano azionabili sia a mano, che
tramite due forme di energia diverse (per questo motivo su certe dighe si
prevede una piccola turbina che genera l'energia necessaria ad azionare i
motori elettrici per aprire le paratoie, paratoie, oppure, più spesso,
un gruppo elettrogeno di potenza adeguata in grado di supplire alla eventuale
mancanza di energia sulla rete elettrica).Gli scarichi possono essere:
superficiali, di fondo, ad esaurimento.
Nella parte terminale vi sono gli organi di presa che sono
utilizzati per portare l’acqua nelle dighe a valle tramite delle condotte
forzate. Per quanto riguarda gli scarichi superficiali si può dire che
stanno sulla superficie del bacino creato dalla diga, arrivando in una diga,
sono le prime opere che anche il neofito riesce a individuare, per dirla tutta
sono le uniche cose che uno vede a parte la diga e la casupola del custode. A
loro volta questi condotti si dividono in:
·
Sfioratori a stramazzo
·
Scarichi di superfici soggetto a saturazione
·
Sfioratori a sifone
·
Scaricatori con paratoia
Scarichi di superficie
Soggetti a saturazione, esempio supremo di questi scarichi
è rappresentato dallo scarico di superficie a calice dell'impianto di
Pontesei, dalle figure sottostanti si vede come l'acqua sia inghiottita dal
calice e convogliata verso il cunicolo di scarico, del diametro di 4 metri. Perchè la
forma a calice? La risposta è semplice: la quantità d'acqua che
entra nel calice è proporzionale alla circonferenza di quest'ultimo,
intuitivamente si comprende come con una circonferenza maggiore si possa
'maneggiare' una quantità d'acqua maggiore, quindi per riempire tutta la
sezione del calice è necessario costruire un profilo che si allarga in
superficie.
Sfioratori a sifone
Questo tipo di
scarico è il più elementare nella costruzione il funzionamento e
simile a quelli appena descritti cioè, man mano che aumenta il livello
d'acqua e il carico idraulico, a un funzionamento prima a pelo libero, fino ad
arrivare al funzionamento in pressione con portata tendente alla portata di
saturazione.
Scarichi con paratoie
Infine come scarichi
di tipo superficiale abbiamo quelli con paratoie.