In base al modo in cui è
convertito il carico idraulico disponibile, risultato della variazione di quota
piezometrica, distinguiamo due tipi di turbine: ad azione e a reazione. Nelle
turbine ad azione la variazione di quota piezometrica è trasformata completamente
in energia cinetica all’interno del distributore; nelle turbine a
reazione la variazione di quota piezometrica è trasformata solo in parte
in energia cinetica nel distributore, mentre la parte rimanente è
utilizzata nella girante.
Nelle turbine ad azione (la Pelton, esemplificata dalle
Figure 10 e 11, è in pratica l’unico tipo che si sia affermato
nelle applicazioni) il getto d’acqua che esce dagli ugelli del
distributore e che investe solo parte (ammissione parziale) della periferia della girante, colpisce le pale, trasformando
l’energia cinetica in lavoro, che viene raccolto all’albero. Le
pale non sono riempite completamente dal liquido: il getto che scorre sulle
pale è essenzialmente a pressione costante (è la pressione
atmosferica dell’aria che circonda il getto) e la sua velocità
relativa viene solo leggermente modificata a causa degli attriti. Le turbine
Pelton sono perciò chiamate a getto libero: infatti, nel tratto compreso
tra uscita dal distributore ed ingresso nella girante,
il getto non viene guidato da un condotto e si muove in un ambiente a pressione
atmosferica.
Nelle turbine a reazione quando
il liquido, che ha trasformato solo parte dell’energia totale disponibile
in energia cinetica all’interno del distributore, entra nella girante lungo l’intera periferia (ammissione
totale), è dotato oltre che di energia cinetica anche (a differenza
delle turbine ad azione) di energia di pressione. L’energia di pressione
è poi convertita in energia cinetica nei condotti della
girante che, questa volta, sono riempiti completamente dal liquido e
quindi la velocità relativa non si mantiene costante ma aumenta nel
passare lungo la girante. La variazione di energia di pressione, attraverso la girante, è espressa dalla caduta di pressione che
si può misurare tra ingresso ed uscita dalla girante. Nelle turbine a
reazione la girante viene, in genere, seguita da un
condotto divergente (il diffusore) che ha lo scopo di trasformare, almeno
parzialmente, l’elevata energia cinetica, posseduta dal liquido
all’uscita dalla girante, in aumento della quota piezometrica. Nel
progetto delle turbine a reazione si possono distinguere i tipi a flusso
radiale, a flusso misto e a flusso assiale.