Malaria
La malaria è la malattia
parassitaria da protozoi più diffusa al mondo[I1][I2][E1][S1][F1]. Nelle aree tropicali e in
particolare nell'Africa subsahariana uccide tuttora più di un milione di persone
all'anno. La malattia è dovuta all'infezione di protozoi del genere
Plasmodium che, attraverso un complesso ciclo vitale che richiede come
ospite una zanzara del genere Anopheles, invadono e distruggono i globuli
rossi dell'uomo.
Fin dall'antichità si riteneva
che la malaria fosse provocata dalla “mala aria” prodotta dalle esalazioni
dell’acqua stagnante delle zone paludose.
L'agente eziologico della malaria
fu identificato dal fisiologo francese
Alphonse Laveran
che gli assegnò il nome di "oscillatorium malariae"[I1] [E1], denominato
in seguito "Plasmodium" dai malariologi italiani
Ettore Marchiafava
(1847-1935) e
Angelo Celli (1857-1914). Durante
una lunga permanenza in Algeria, Laveran aveva infatti messo in evidenza
al microscopio la presenza di parassiti unicellulari nei globuli rossi di
soggetti malarici.[I1] [E1] Nel 1907 Laveran ricevette per la sua rivoluzionaria
scoperta il premio Nobel per la medicina "in recognition of his work on the role
played by protozoa in causing diseases"[E1][E2]
[I1][F1][S1].
Negli stessi anni in cui Laveran
identificava il plasmodio, il medico inglese Ronal Ross[E1] [E2][S1][F1][I1] iniziò ad
interessarsi della malaria. Nel 1881 fu infatti chiamato a prestare servizio
presso l'Indian Medical Service in India, dove dovette fare i conti con i
diffusi problemi igenico-sanitari della regione. A quel tempo in particolare
erano numerosi i decessi causati della malaria. Rientrato a Londra nel 1888 si
iscrisse ad un corso di batteriologia e venne a conoscenza degli studi di
Laveran e del medico Patrick Manson [E1][F1] che nel 1894 aveva per primo
ipotizzato che il plasmodio fosse trasmesso all'uomo da una zanzara. Nel 1892
Ross fece ritorno in India per cercare di verificare gli studi di Laveran e
Manson. Nel 1984 rientrò a Londra e dopo circa tre anni di ricerche riuscì ad
identificare il ciclo vitale del parassita negli uccelli dimostrando che
l’infezione malarica veniva loro trasmessa dalla puntura delle zanzare.
Per aver messo in
evidenza il ruolo delle zanzare nella trasmissione della malattia gli fu
assegnato nel 1902 il Premio Nobel per la medicina "for his work on malaria, by
which he has shown how it enters the organism and thereby has laid the
foundation for successful research on this disease and methods of combating it"[E1][E2].
Tra il 1880 e il 1895, alcuni
medici e zoologi italiani tra cui Angelo Celli, Ettore Marchiafava, Amico
Bignami, Giuseppe Bastianelli, Camillo Golgi[E1][I1][I2] [S1][F1] e Giovanni Battista Grassi[F1] [I1][I2][E1]
associarono a ciascun tipo di febbre malarica una diversa specie di
Plasmodium. La malaria più grave detta “terzana maligna” fu attribuita a
Plasmodium falciparum, una forma
meno grave della malattia, “terzana benigna” fu
attribuita a Plasmodium vivax; la febbre quartana fu attribuita a
Plasmodium malariae.
Un’ulteriore specie fu
identificata in seguito e gli fu attribuito il nome di Plasmodium ovale.
Nel 1898 Grassi, Bignami e
Bastianelli [E1]accertarono che la zanzara femmina (che necessita del pasto di sangue
per la maturazione delle sue uova) appartenente al genere Anopheles trasmette
la malaria trasferendo nel circolo sanguigno un parassita del genere
Plasmodium, ospitato nella sua saliva.
1/20
|