Come costruire un progetto educativo di Fabia Facchinetti (facchinettifabya@libero.it), Anna Natella (anna.natella@lycos.it)

I fondamenti teorici - Geragogia

Geragogia

Geragogia

La geragogia (termine introdotto per la prima volta da Angiolo Sordi nel 1973, all’interno del Trattato di Gerontologia e Geriatria edito da Wassermann) è indicata come la psicopedagogia dell’invecchiamento (o educazione all’invecchiamento).Mira alla psico-attivazione dell’anziano, al mantenimento della sua autonomia ed alla migliore organizzazione del suo ambiente di vita.

La geragogia, quindi, intesa come vera e propria educazione all’invecchiamento, si propone come compito principale quello di insegnare all’anziano “un nuovo orientamento interiore del modo di gestire l’esistenza”.

La geragogia pone l’accento sull’importanza del concetto di educazione perseguita attraverso tutte le età della vita, con lo scopo di prepararsi in tempo ai cambiamenti che l’avanzare dell’età comporta, e di vivere, una volta anziani, un’attività intellettuale intensa che permetta di ampliare le proprie conoscenze e di ottenere quell’arricchimento esistenziale che può derivare solo dalla cultura. E’ un concetto che sta alla base di ogni programma geragogico.

Un programma educazionale per la terza età necessita anzitutto di una maggiore diffusione della coscienza sanitaria fin dalle più giovani fasce di età: nel periodo scolare il giovane dovrebbe essere educato a scegliere regimi di vita che prendano in considerazione l’importanza dell’attività fisica, il valore di una equilibrata alimentazione, il pericolo di certe sostanze tossiche e di uso voluttuario, l’utilità di un continuo esercizio mentale; periodicamente, poi, l’adulto dovrebbe avere l’abitudine di sottoporsi a tutte quelle indagini strumentali e di laboratorio eventualmente ritenute necessarie dall’esame clinico per una migliore definizione diagnostica (inventario della salute).

In questa situazione risulta evidente la necessità e l’urgenza di un intervento geragogico che si proponga di educare la collettività in generale, oltre che l’individuo e la famiglia, in modo da permettere la caduta di tutti quei pregiudizi che hanno posto l’anziano nel mondo dell’incomprensione e della solitudine. Sono indispensabili interventi che insegnino a prevenire l’isolamento e l’inattività e a promuovere varie attività di tempo libero, sia di tipo relazionale sia occupazionale. Si tratta quindi di educare i singoli e la collettività ad accettare serenamente la condizione senile. Ciò è possibile solo mediante un intervento educazionale volto a trasformare il tempo libero dell’anziano, da negativo, inutile ed emarginante, a “tempo di vita da scoprire, relazionale, sociale”.

L’obiettivo è un vero e proprio mutamento di mentalità nell’anziano e nella società reso possibile dalla pubblicizzazione presso la popolazione anziana dei vantaggi delle terapie psico e fisio-attivanti e delle varie tecniche di terapia occupazionale. Tutte queste metodiche, infatti, hanno lo scopo di prevenire e di interrompere l’ipocinesia e la tendenza alla sedentarietà, condizioni tipiche della vecchiaia che possono portare tutta una serie di problematiche più o meno gravi.

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