Progetto
assistenziale anziani
La II Assemblea mondiale delle Nazioni Unite sull'invecchiamento, che si
è tenuta a Madrid nell'aprile 2002, ha rilevato nelle sue conclusioni che
l'Italia è il Paese in cui più alta è la percentuale di cittadini over 60 (24,5%).
L'incremento della vita media, che ha determinato una crescente
proliferazione della popolazione anziana, i mutamenti avvenuti all'interno
della famiglia, imposti da una diversa organizzazione delle attività lavorative
e dalle trasformazioni sociali in generale hanno favorito l'emergere di una
serie di problematiche riguardanti la condizione anziana che sta diventando una
vera e propria questione sociale.
È opinione condivisa che la principale urgenza cui far fronte sia quella
che riguarda la cura sanitaria e l'assistenza delle persone anziane,
soprattutto di quelle non
autosufficienti.
È necessario aggiungere, inoltre, che soluzioni assistenziali e le procedure
di accesso ai servizi socio-sanitari di assistenza alle persone anziane seguono
le linee guida regionali.
L’ obbiettivo generale degli enti e delle cooperative presenti sul
territorio nazionale è la tutela ed il sostegno della persona anziana mediante
interventi mirati a prevenire e rimuovere situazioni di bisogno. I progetti
assistenziali rivolti agli anziani si occupano delle persone che si trovano
momentaneamente o permanentemente in difficoltà sul piano della gestione della
vita quotidiana e che non hanno la possibilità di ricevere aiuto dai familiari:
si tratta di persone che non hanno un reddito sufficiente per vivere, o che
hanno gravi limitazioni a livello delle funzioni quotidiane.
Il primo luogo a cui la persona anziana autosufficiente, o parzialmente
autosufficiente, può rivolgersi è il Servizio
Socio-Assistenziale del Consorzio o/e Comune di residenza. Qui, un
operatore fornirà tutte le informazioni necessarie al bisogno oltre alle
indicazioni sull'iter da seguire.
Se la persona non è autosufficiente, invece, è indispensabile valutare il
grado di autonomia attraverso un esame più approfondito presso l'Unità di
valutazione geriatrica (UVG). A questo scopo, l'operatore aiuterà il cittadino
nella compilazione della richiesta. Gli accertamenti presso l'UVG
individueranno la sistemazione più adeguata per la persona, che sarà inserita
in una graduatoria per
l'accesso a una delle strutture disponibili.
Relativamente dunque alle condizioni di salute, a quelle familiari e al
reddito si potrà essere indirizzati verso il Servizio di assistenza domiciliare
(SAD), Assistenza domiciliare integrata (ADI), o più in generale verso
interventi alternativi al ricovero.
Rispetto all'inserimento in presidi residenziali autorizzati, le
possibilità variano fra: Residenze assistenziali (RA), Residenze assistenziali
flessibili (RAF), Residenze socio assistenziali (R.S.A.), comunità alloggio,
strutture semiresidenziali, case albergo, case protette.
1 Sevizi Generici
Servizio socio-assistenziale
Il Servizio socio-assistenziale si rivolge ai cittadini che vivono
situazioni di disagio familiare, economico, sociale ed educativo. Lo scopo principale
consiste nel rendere un servizio di accoglienza a chi ne ha bisogno, passando
attraverso l'ascolto del problema che la persona pone sotto forma di sostegno e
orientamento psicologico e sanitario.
Il servizio, quindi, si compone di due fasi:
-
l'ascolto del bisogno;
-
la proposta di un mezzo per la soluzione del bisogno.
Il Servizio interviene sulle necessità per sostenere il singolo e la
famiglia.
Gli interventi socio-assistenziali sono attuati a partire dall'analisi
delle esigenze di assistenza, con il coinvolgimento fattivo della persona, nel
rispetto della sua dignità, della sua libertà e delle sue convinzioni
personali.
Unità di valutazione geriatrica
L'Unità valutativa geriatrica (UVG) è una Commissione dell'ASL e
dell'Ente gestore dei servizi socio-assistenziali che ha la funzione di
valutare le condizioni psico-fisiche e ambientali della persona anziana e il
suo grado di autonomia, tenendo conto delle esigenze di ciascuno, della
famiglia, delle risorse dei servizi, al fine di elaborare un progetto di
assistenza.
Questa valutazione ha come obiettivo un miglioramento delle diagnosi
dello stato dell'anziano, della scelta del luogo di cura, dello stato affettivo
e cognitivo.
Fanno parte dell'UVG operatori sanitari di diverse discipline, integrati
dall'assistente sociale che ha in carico la persona anziana, dal medico curante
e/o da altre figure professionali specialistiche.
Qualora l'UVG si esprima per il ricovero in struttura, verrà assegnato
alla persona anziana un punteggio che tenga conto, oltre del grado di salute ed
autonomia, anche della situazione abitativa e socio-familiare. Il punteggio
attribuito regola l'accesso ai posti disponibili nelle strutture convenzionate
e dà diritto al richiedente di fruire della partecipazione dell'azienda sanitaria
al pagamento della retta.
Piano Di Assistenza
Individualizzato (PAI)
Il Piano di Assistenza Individuale (P.A.I) si propone l’obiettivo di
evitare di dare a tutti una risposta uguale, per poter porre l’accento sulla personalizzazione
dell’intervento verso il mantenimento o il recupero delle potenzialità
residue ancora ravvedibili.
Con i P.A.I si passa da un’organizzazione lavorativa che affida agli
operatori la semplice esecuzione delle mansioni ad una in cui tutti coloro che
operano all’interno dell’organizzazione vengono responsabilizzati in vista di
determinati obiettivi. Tutti quindi, responsabilmente, sono chiamati a
dare il personale contributo per il raggiungimento degli obiettivi che,
all’interno del PAI, ci si è prefissati di ottenere.
La persona viene posta all’attenzione di una équipe che lavora per
conoscere i suoi bisogni, la sua storia, le sue potenzialità e le sue
aspettative ed in base a queste analisi predispone interventi affinché i
bisogni vengano soddisfatti e le potenzialità residue incoraggiate e
rafforzate.
Ogni intervento sarà comunque unico, cosi come unica sarà la persona
verso cui il “piano” indirizza gli interventi. Ognuno ha una sua propria
personalità, un suo carattere ben definito, una sua storia personale, cosi che
persone apparentemente simili sotto diversi aspetti, abbisognano di strategie
differenti di intervento perché interventi, valutati buoni per alcuni, possono
invece risultare inefficaci se non addirittura controproducenti per altri. In
questo modo riusciremmo a dare senso e dignità alla persona, conferendogli
l’opportunità di decidere Lei stessa in primis a quali interventi, se la mente
è ancora lucida, sottoporsi e a quali no. Cercare di ridonare il senso del
vivere all’anziano significa cercare di farlo partecipe di un progetto che
ponga obiettivi seppur minimi in un ottica che è in divenire.
2 Servizi alternativi al ricovero
L’obbiettivo specifico è quello di mantenere il più possibile l’anziano
autosufficiente presso il proprio ambiente, rispettandone la sua capacità di
autodeterminazione.
Assistenza Domiciliare di base
E’ un intervento di aiuto domestico prestato da personale professionale
(operatori socio sanitari - OSS) del Servizio Sociale, finalizzato a sostenere
la persona anziana nello svolgimento delle attività quotidiane e nel
soddisfacimento dei suoi bisogni essenziali, favorendo il più a lungo possibile
il mantenimento dell’autonomia personale e la permanenza nel proprio ambiente
di vita.
L’intervento comprende prestazioni quali:
-
cura dell’igiene personale
-
aiuto per le attività domestiche
-
servizio di accompagnamento
-
commissioni e disbrigo pratiche burocratiche
-
socializzazione.
Pasti domiciliari
Il Servizio Pasti a domicilio è una prestazione integrativa del Servizio
Domiciliare che ha l’obiettivo di garantire una adeguata alimentazione agli
anziani o adulti in difficoltà, soli o con presenza di nucleo familiare non in
grado di provvedere. Fornisce pasti nutrizionalmente adeguati ed eventualmente
preparati su dieta personalizzata certificata dal medico curante. I pasti
vengono consegnati a domicilio dal personale del servizio.
Assistenza domiciliare integrata
L'Assistenza domiciliare integrata (ADI) permette al cittadino di
usufruire a domicilio di un programma assistenziale personalizzato per evitare
il ricovero in ospedale o in casa di riposo o per essere dimesso con un
programma adeguato di assistenza.
L'ADI è curata da un accordo tra l'ASL e i Comuni.
L'assistenza domiciliare integrata semplice
Offre prestazioni infermieristiche o riabilitative a persone con ridotta
capacità di autosufficienza per lo più di età avanzata, per soddisfare i
bisogni come medicazioni, prelievi, cambio catetere, ecc.
Assistenza domiciliare integrata complessa
Offre un insieme di prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative
e socio-assistenziali a persone gravemente non
autosufficienti.
Presupposti indispensabili per l'attuazione dell'ADI complessa sono:
-
il riconoscimento di bisogni assistenziali complessi
tali da non poter essere soddisfatti dall'intervento della sola figura
infermieristica e/o sociale;
-
la disponibilità del medico di medicina generale a
coordinare tutti gli interventi assistenziali secondo un programma concordato
con il Distretto;
-
la disponibilità del nucleo familiare a collaborare al
piano assistenziale proposto.
3 Assistenza economica
Assistenza economica
Il Servizio Sociale può erogare contributi economici a sostegno di
anziani che vivono in condizioni di povertà o con limitato reddito o che
riportano un invalidità pari o superiore al 74%.
I contributi economici a favore di persone anziane possono essere erogati
secondo due criteri:
-
minimo vitale:
indica “la misura” del reddito ritenuta necessaria a garantire condizioni
minime di sussistenza, cioè il soddisfacimento dei bisogni fondamentali quali
l’alimentazione, l’abbigliamento, le spese generali, la vita di relazione. Il
contributo di integrazione al minimo vitale è erogato in modo continuativo
nella misura della differenza tra il minimo vitale del nucleo familiare ed il
reddito di cui il nucleo dispone.
-
sostegno
economico straordinario: beneficiari di questo contributo possono essere
gli anziani che, godendo del sostegno al minimo vitale, presentino documentate
esigenze specifiche che con quest’ultimo non possono essere soddisfatte.
Assegno di cura per anziani
Nella rete integrata socio-sanitaria di aiuto in favore dell'anziano non
autosufficiente e della sua famiglia, esiste anche la possibilità di erogazione
dell'assegno di cura. Dal 1996 l'assegno di cura è un’ulteriore offerta di
servizio per mantenere l'anziano non autosufficiente ultrasettantacinquenne al
suo domicilio, a prevenzione dell'istituzionalizzazione. Titolare dell’assegno
di cura, per le sue funzioni verso l’anziano, può essere anche l’amministratore
di sostegno. L'importo giornaliero dell'assegno di cura varia in relazione alla
gravità della condizione di non autosufficienza.
Assegno
sociale
L'assegno sociale è erogato dall'INPS alle
persone residenti in Italia di età maggiore di sessantacinque anni, che non
hanno diritto ad altre forme di pensione. L'importo dell'assegno è variabile,
viene rivalutato annualmente ed è corrisposto in tredici rate mensili.
L'assegno sociale sostituisce dal 1996 la pensione sociale. Per richiedere l'assegno sociale è
necessario presentare una domanda alla sede dell'INPS della propria zona. Se
approvata, l'assegno è erogato a partire dal primo giorno del mese successivo
quello di presentazione della domanda.
Indennità
di accompagnamento
L'indennità di accompagnamento, pagata dall'INPS,
è un sostegno economico statale che può essere erogato alle persone che non
possono compiere gli atti quotidiani della vita, ai non deambulanti, che hanno
bisogno di assistenza continuativa e che non siano ricoverati gratuitamente
presso strutture pubbliche da più di un mese. Per richiedere il riconoscimento
di invalidità e l'indennità è necessario presentare una domanda alla
Commissione Medica per gli Invalidi Civili della ASL di residenza allegando
alcuni documenti.
4 Presidi Socio-Assistenziali
Centro Diurno
E’ un servizio che dà la possibilità alla famiglia di non allontanare
da casa in modo definitivo l’anziano, pur essendo in difficoltà nella gestione
dell’assistenza al proprio congiunto non autosufficiente per motivi di lavoro,
di gravosità dell’impegno di aiuto, ecc. Il Centro Diurno ospita durante le ore
diurne l’anziano, proponendogli attività adeguate alle sue capacità, per
mantenere o migliorare le sue abilità funzionali e la sua autonomia. Con la
frequenza al Centro Diurno è possibile fruire anche del servizio di trasporto.
Dimissioni protette
Si tratta di dimissioni da un
ricovero ospedaliero concordate con l'utente, i suoi familiari, i servizi
sociali territoriali e con il coinvolgimento del medico di famiglia. Lo scopo è
quello di sostenere la persona anziana nel rientro a casa, garantendo la
continuità della cura e l´assistenza. Le dimissioni protette vengono attivate
dai reparti ospedalieri di degenza con la collaborazione del servizio sociale
professionale ospedaliero.
Ricoveri di sollievo
E’ un ricovero temporaneo della
persona anziana normalmente assistita a domicilio. L’intervento può essere
utile per alleviare i familiari che assistono l’anziano.
Residenze assistenziali (R.A.)
Le Residenze assistenziali (R.A.)
sono strutture collettive che forniscono alle persone adulte e anziane,
autosufficienti o parzialmente autosufficienti, prestazioni di tipo
alberghiero, specifici servizi a carattere assistenziale, prestazioni di tipo
culturale e ricreativo, oltre a prestazioni che mirino al recupero o al
miglioramento dell'autosufficienza
della persona.
Le R.A. hanno una capacità
ricettiva variabile tra i 10 e i 60-80 posti-letto e funzionano in maniera
permanente nell'arco delle 24 ore, per l'intera settimana e per tutto l'anno.
Gli interventi riguardano
l'assistenza diretta della persona (igiene personale, pasti, pulizia ordinaria
degli ambienti), la protezione della persona (controllo e sorveglianza) e altre
funzioni di natura assistenziale.
Residenze assistenziali flessibili (R.A.F.)
Le Residenze assistenziali
flessibili (R.A.F.) sono strutture socio-assistenziali di "ospitalità
permanente" con l'obiettivo di fornire accoglienza, prestazioni
assistenziali e di recupero a persone in condizioni psico-fisiche di parziale
autosufficienza o di non autosufficienza per cause sopravvenute durante il
ricovero, a meno che, esigenze di carattere sanitario accertate non richiedano
il ricorso a soluzioni diverse.
Si fa ricorso alle R.A.F. quando
non è possibile attivare un programma di Assistenza
domiciliare integrata (A.D.I.) e quando non sono necessarie cure e
prestazioni sanitarie tipiche delle Residenze
sanitarie assistenziali (R.S.A.).
Le R.A.F. forniscono prestazioni
sanitarie analoghe a quelle erogabili attraverso l'A.D.I.
I presidi o reparti R.A.F. possono
avere una capienza variabile tra i 10 e i 60 posti letto e sono attivi
nell'arco delle 24 ore, per l'intera settimana o per tutto l'anno.
Residenza sanitaria assistenziale (R.S.A.)
Particolare rilievo nell'assistenza
geriatrica assumono le Residenze sanitarie assistenziali (R.S.A.) che sono
strutture dipendenti dalle ASL create per dare risposte alle esigenze di
anziani non
autosufficienti e non trattabili a domicilio.
Sono strutture a metà strada tra
una casa albergo
e un ospedale vero e proprio. In media devono avere 60 posti letto, suddivisi
in settori da 20-25. Agli ospiti è destinata una camera che divideranno al
massimo con altre tre persone, dotata di bagno autonomo.
L'assistenza sociale nelle
residenze è assicurata 24 ore al giorno dal personale addetto che aiuta gli
anziani non autosufficienti nelle faccende domestiche e nella cura della
propria persona; mentre degli aiuti sanitari si occupano infermieri, terapisti
della riabilitazione, medici di famiglia, geriatri e altri specialisti.
Per richiederne l'accesso a una RSA
è necessario rivolgersi alla ASL o al Servizio sociale del quartiere di
residenza, in modo da avere riconosciuta la condizione di non autosufficienza.
Per quanto riguarda la partecipazione
alle spese, l'indirizzo prevalente è quello di far pagare all'utente
le spese alberghiere e sociali, mentre quelle sanitarie sono a carico dell'ASL.
Casa Protetta
E’ una struttura residenziale
destinata ad accogliere gli anziani non autosufficienti, senza familiari in
grado di assicurare loro tutela ed assistenza a carattere continuativo. La
struttura fornisce altresì assistenza sanitaria e riabilitativa. L’UVG
predispone una lista d’attesa per tutti gli anziani che necessitano
d’inserimento in Casa Protetta, lista che sarà costantemente aggiornata da successive
eventuali valutazioni su situazioni urgenti, tenendo conto del grado di
priorità assistenziale.
Centri diurni per malati di Alzheimer
Istituiti
per la prima volta in Piemonte a metà degli anni Novanta, i centri diurni per
malati di Alzheimer dipendono dalle ASL.
Ospitano un
massimo di 15 pazienti e vi si accede dopo un accertamento dell'Unità di
valutazione geriatrica (UVG) che verifica l'idoneità del paziente e lo inserisce
in una lista di attesa.
I pazienti
possono rimanere al centro per un orario variabile, che generalmente va dalle
7.30 del mattino alle 17.30 per cinque giorni alla settimana. Requisito
fondamentale è la presenza di una rete familiare che si occupi del paziente per
il resto della giornata.
Al Centro
si svolgono attività di riattivazione e mantenimento delle capacità residue o
di rallentamento della perdita sia delle abilità cognitive che di quelle di
base e comportamentali. I pazienti sono seguiti da un educatore per le attività
di tipo sociale, dagli infermieri per la parte sanitaria e dall'assistente
domiciliare (ADEST) e dall'Operatore tecnico dell'assistenza (OTA) per
l'assistenza diretta. L'équipe è composta anche da un geriatra e da vari consulenti,
psicologo, psichiatra, fisiatra e terapista, che intervengono a seconda delle
necessità.
In molti
centri è prevista la consulenza psicologica e psichiatrica per le famiglie dei
pazienti.
Centri sociali
I centri
sociali, presenti in molti Comuni e in gran parte autogestiti, sono il punto di
incontro, aperto a tutti, per persone non più giovani.
Possono
iscriversi ai centri sociali tutte le persone di età maggiore a cinquantacinque
anni, residenti nella circoscrizione in cui il Centro si trova. Il limite
scende a cinquanta anni per i pensionati, mentre le persone con invalidità
superiore al 70% devono aver compiuto almeno quarantacinque anni.
Comunità alloggio
Sono
piccole strutture, da 15-20 posti letto, che offrono ospitalità permanente o
temporanea a persone di età superiore ai 65 anni, che vivono in condizioni di
solitudine, o che hanno un'autonomia limitata.
Tra questi
tipi di strutture, chiamate "residenze sociali assistite", sono
comprese anche le comunità di accoglienza e le case famiglia, tutte
organizzazioni a gestione familiare o autogestite che assicurano, oltre alle
attività di tipo alberghiero, l'assistenza e l'aiuto alla persona, attività di
animazione e di socializzazione.
La
richiesta di ospitalità deve essere presentata ai Servizi sociali del proprio
Comune. Il costo della retta è fissato da ogni struttura. Se la persona anziana
o i suoi familiari non possono affrontare le spese, il Comune può prevedere una
quota di compartecipazione alla spesa.
Case albergo
Le case albergo sono un complesso
di appartamenti autonomi che dispongono di alcuni servizi collettivi, come la
sala riunione, il soggiorno e la sala da pranzo comune, servizi igienici e
servizi di lavanderia e pulizia. Nelle case albergo sono anche previsti alcuni
servizi di assistenza di base, come l'ambulatorio, il pedicure, il barbiere e
il parrucchiere, insieme con un programma di attività ricreative e culturali
interne ed esterne.
Possono usufruire delle case
albergo principalmente le persone pensionate, sole o in coppia, che non hanno
bisogno di un'assistenza particolare e che vogliono condurre una vita autonoma
in un ambiente di comunità, utilizzando, se gradiscono, gli spazi e i servizi
comuni. Le case albergo, come anche le case di riposo o le case protette,
devono essere autorizzate dai Comuni, secondo standard di qualità stabiliti a
livello regionale e dalla ASL competente per l'aspetto igienico-sanitario.