Educazione permanente
L'educazione permanente rientra nel campo dell'educazione degli adulti e
comprende forme assai diversificate di iniziative e di interventi, ciascuna
delle quali definisce i propri obiettivi in relazione alle variabili che ne
caratterizzano la natura (scopo, tipo di utenza, contesto, ecc.).
L’ attività di Educazione degli adulti
è quella di incrementare le loro capacità di:
-
Imparare ad imparare, nel senso di costruire
significati in relazione alle esperienze di vita, di lavoro, di cittadinanza;
-
Aumentare il benessere fisico, culturale, economico,
sociale e civile;
Quando si parla di educazione permanente ci si riferisce al fatto che
tutta la vita umana può essere vista come un continuo processo formativo; si
rileva che gli individui non cessano mai
di formarsi, di fare esperienze che
possono essere convenientemente ed utilmente organizzate, progettate,
strutturate, migliorate.
L'educazione permanente degli adulti è un'attività formativa che
accompagna lo sviluppo della persona e garantisce il diritto all'apprendimento
lungo tutto l'arco della vita.
Il classico percorso che vedeva la frequenza di un ciclo scolastico e il
successivo inserimento nel mondo ha lasciato il posto ad un'alternanza tra i
due per rispondere alle esigenze della società e del mondo professionale.
L'educazione degli adulti prevede una serie di corsi e progetti tra i
quali:
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corsi finalizzati all'alfabetizzazione (istruzione
elementare);
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corsi di scuola media (le cosiddette 150 ore);
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corsi negli istituti d'istruzione di secondo grado per
conseguire il diploma di stato o di qualifica;
-
corsi di alfabetizzazione funzionale degli adulti;
-
percorsi integrati di istruzione e formazione;
-
progetti pilota per l'integrazione dei sistemi
formativi.
Le tecniche principali per l’insegnamento agli adulti sono:
-
Casi/incident:
situazione-problema, stimola i partecipanti a prendere una decisione, a
proporre un intervento.
-
Game:
ricostruzione di una situazione di problem-solving o di decision-making
estranea alla specifica realtà di lavoro: puzzle, enigmi, piani d’azione…
-
Role-play:
ricostruzione di una situazione reale in funzione di profili di ruolo
predefiniti: la situazione è quella di “mettersi nei panni di” e vedere la
situazione da quel determinato punto di vista.
-
Action learning:
intervento centrato su problemi concreti, è finalizzato a creare un legame
circolare tra l’attività quotidiana di lavoro e l’apprendimento.
-
Autocaso:
l’oggetto di discussione è un caso reale, vissuto da uno dei partecipanti
nell’ambito della propria esperienza di lavoro.
1
Diritto allo studio
Col CCNL metalmeccanici 1973 è stato introdotto per i lavoratori
dipendenti un nuovo diritto a permessi che sospendono la prestazione di lavoro
per poter accedere a corsi di studio. Precedentemente nei contratti della
categoria esistevano solo le “facilitazioni per lavoratori studenti”.
In particolare prima del 1970 erano previsti solo l’esonero dal lavoro
straordinario e dal lavoro festivo per i lavoratori frequentanti corsi serali o
festivi, con la possibilità di ottenere permessi per sostenere gli esami
finali.
Il Contratto del 1973 per garantire al lavoratore l’esercizio del diritto
allo studio prevedeva due tipi di interventi:
-
facilitazioni per lavoratori studenti, fra cui permessi
retribuiti per tutti i giorni di esame (più due giorni retribuiti precedenti
esami universitari) e in aggiunta permessi retribuiti per 120 ore annue
(utilizzabili per gruppi di 30 ore trimestrali);
-
permessi retribuiti per l’elevazione culturale e
professionale dei lavoratori, conosciuti come le “150 ore” di permessi
triennali, utilizzabili anche in un solo anno, purché il corso seguito abbia
una durata doppia rispetto alle ore di permesso.
Ai lavoratori frequentanti corsi di alfabetizzazione e di recupero
dell’obbligo scolastico i permessi inizialmente limitati alle 150 ore del punto
b), col contratto 1976 vennero elevati a
250 ore triennali, comprensive delle prove di esame, ma con la condizione che
le ore di permesso rappresentassero non
più dei 2/3 delle ore di corso.
L’idea che guidava questa innovazione contrattuale era quella di
costruire un ponte fra scuola e lavoro, fra impresa e società.
L’idea coltivata era di attuare queste novità nel diritto allo studio
all’interno delle istituzioni scolastiche (statali o legalmente riconosciute, e
in particolare le strutture formative regionali) producendo cambiamenti nella
tradizionale burocrazia scolastica. Ma ciò non fu di facile realizzazione:
perché ad esempio la formazione professionale (attribuita come competenza alle
Regioni create da poco) soffriva di
debolezza e di subalternità: la prima derivava da un impianto di centri
per la formazione che tradizionalmente si rivolgevano solo alla fascia
giovanile, svolgendo anche opera di supplenza rispetto alla mancata riforma
scolastica con prolungamento dell’obbligo; invece la subalternità era originata
dal fatto che l’intervento formativo sugli adulti era quasi esclusivamente
determinato a valle dei processi di crisi e ristrutturazione delle grandi
imprese, e perciò fortemente condizionato dalle espulsioni di massa di
manodopera dequalificata: si creavano così situazioni familiari con reddito
zero, le quali sollecitavano corsi formativi per giustificare un salario di
assistenza.
Fortunatamente nel primo decennio di applicazione delle nuove norme
contrattuali sul diritto allo studio si registrò una significativa apertura sia
delle scuole dell’obbligo che della fascia superiore del post-obbligo e
dell’Università. In effetti nel corso degli anni Settanta quasi tutti i
contratti nazionali di categoria hanno acquisito le “150 ore” di permessi
retribuiti per lo studio.
2 Lifelong Learning Programme
Il Programma d'azione comunitaria nel campo dell'apprendimento
permanente, o Lifelong Learning Programme (LLP), è stato istituito con
decisione del Parlamento europeo e del Consiglio il 15 novembre 2006, e
riunisce al suo interno tutte le iniziative di cooperazione europea nell'ambito
dell’istruzione e della formazione dal 2007 al 2013. Ha sostituito,
integrandoli in un unico programma, i precedenti Socrates e Leonardo, attivi
dal 1995 al 2006.
Il suo obiettivo generale è contribuire, attraverso l'apprendimento
permanente, allo sviluppo della Comunità quale società avanzata basata sulla
conoscenza.
Il Programma di apprendimento permanente rafforza e integra le azioni
condotte dagli Stati membri, pur mantenendo inalterata la responsabilità
affidata ad ognuno di essi riguardo al contenuto dei sistemi di istruzione e
formazione e rispettando la loro diversità culturale e linguistica.
La struttura si presenta come un insieme composto da:
-
quattro programmi
settoriali che mantengono i nomi delle precedenti azioni dei programmi
Socrates e Leonardo
-
un Programma
Trasversale teso ad assicurare il coordinamento tra i diversi settori,
-
un Programma
Jean Monnet per sostenere l’insegnamento, la ricerca e la riflessione nel
campo dell’integrazione europea e le istituzioni europee chiave.