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OBIETTIVI E STRUMENTI: il fine primario

3. GLI OBIETTIVI E GLI STRUMENTI DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA

3.1 Il fine primario della Banca centrale europea

L’obiettivo primario della Banca centrale, come più volte ricordato, è la stabilità dei prezzi. Per capire l’inquadramento di tale obiettivo bisogna analizzare le ragioni istituzionali ed economiche che hanno condotto a questo risultato.

Nel Trattato di Roma, l’atto costitutivo dell’ Unione europea, gli Stati aderenti non solo hanno sottoscritto impegni verso gli altri Stati membri, ma hanno anche deliberato principi e regole da seguire; infatti l’articolo 2 del suddetto Trattato stabilisce un sistema di obiettivi che devono perseguire “ uno sviluppo armonioso ed equilibrato delle attività economiche nell’insieme delle Comunità , una crescita sostenibile, non inflazionistica e che rispetti l’ambiente,…., la coesione economica e sociale e la solidarietà fra Stati membri", mentre l’articolo 3 dichiara diversi principi a cui conformarsi: “ un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza", “prezzi stabili, finanze pubbliche e condizioni monetarie sane nonché bilancia dei pagamenti sostenibile".

In questo quadro istituzionale bisogna collocare l’obiettivo primario della stabilità dei prezzi attribuito alla Banca centrale europea; gli altri obiettivi vengono perseguiti da altre istituzioni. Per comprendere l’importanza della stabilità dei prezzi bisogna prima capire il concetto di prezzo della monete. Il prezzo di una moneta può essere espresso in tre modi diversi:

1) rispetto ad un’altra moneta

2) rispetto a se stessa in un altro momento nel tempo

3) rispetto a tutti i beni e servizi prodotti.

Assumendo, quindi tre significati che sono rispettivamente:

1) tasso di cambio

2) tasso di interesse

3) potere d’acquisto.

Il raggiungimento dell’obiettivo primario della Banca centrale, quindi, significa che il prezzo della moneta unica, ovvero l’euro, rimane stabile nel tempo nei confronti di tutti i beni e servizi.

Già con il Trattato di Maastricht, firmato nel 1992, si era verificata la tendenza alla stabilità monetaria che viene rafforzata e consolidata con l’ istituzione della Banca centrale europea avvenuta nel 1998.

Basti pensare che il tasso di inflazione [I][E] medio dei paesi dell’ area euro è diminuito dal 7 % degli inizi degli anni Novanta a circa il 2 % del 1998. Inoltre, il tasso medio d’interesse nell’area euro nei primi anni Novanta si attestava intorno al 10% per giungere nel 1998 a circa il 5 %. Attualmente i tassi sono ulteriormente diminuiti, registrando dei valori intorno al 4 %. Per quanto riguarda il tasso di cambio, bisogna sottolineare che l’euro si è mostrato più stabile dell’andamento del marco tedesco e delle lira italiana prima che fossero sostituiti dalla moneta unica.

Tale stabilità, misurata dalla statistica e confermata dai mercati, però, contraddice con la sensazione del pubblico che ha percepito un tasso di inflazione molto superiore a quello rilevato a livello statistico.Questa difformità può essere motivata dal sommarsi di tre fenomeni:

1) la difficoltà per i consumatori di paragonare i prezzi con il passaggio dalla moneta nazionale all’euro;

2) la fortissima incidenza nella percezione dell’inflazione degli acquisti di piccolo ammontare, ma ripetuti nel tempo (come le consumazioni al bar);

3) l’effettivo aumento di prezzo in alcuni servizi, nei quali è più debole la concorrenza.

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