Gli organismi internazionali di Domenico Musso (dom.musso@tiscali.it), Tino Petito (tinoeco@libero.it), Roberta Rabino (robyrabbit@virgilio.it), Alessandra Ressico (alessandraressico@yahoo.it), Giulia Violante (giulia.violante@libero.it)

FUNZIONAMENTO E CARATTERISTICHE: Politica monetaria

2. BANCA CENTRALE EUROPEA: FUNZIONAMENTO E CARATTERISTICHE

2.1 Politica monetaria

Al fine di capire il funzionamento della Banca centrale europea bisogna prima conoscere il concetto di politica monetaria. Innanzitutto è necessario precisare che la politica monetaria, intesa come regolazione dei tassi di interesse e del quantitativo di moneta per conseguire obiettivi economici, è una scoperta recente. Infatti negli statuti più antichi delle banche centrali non si trovava traccia della politica monetaria, ma si esaminavano solamente l'emissione di banconote e le operazioni sui mercati finanziari. Solo con lo sganciamento delle monete dall' oro e con l' affermarsi della banca centrale come banca delle banche è emersa l'importanza dell'attività monetaria delle banche centrali. Infatti, si è capito che le passività della banca centrale che servono a regolare debiti e crediti tra le banche commerciali possono influire sull'andamento dell'economia e tale attività è così importante da poter esser definita "politica".

Per comprendere il meccanismo di collegamento tra banca centrale ed economia bisogna considerare tre bilanci:

1) il bilancio della banca centrale;

2) il bilancio delle banche commerciali;

3) il bilancio delle famiglie e delle imprese.

Se la banca centrale espande il proprio bilancio (accordando maggiori finanziamenti alle banche commerciali che, di conseguenza, offriranno più crediti alla propria clientela con l'effetto di far aumentare anche i depositi da questi ultimi detenuti) si determinarà, quindi, un effetto-domino: muteranno anche i comportamenti di famiglie ed imprese che, rispettivamente, consumeranno e investiranno di più. Se la banca centrale aumenta la liquidità, aumentando il credito alle banche, si produrrà una riduzione dei tassi di interesse a breve termine e una svalutazione dei tassi di cambio. La prima spingerà le famiglie a consumare di più e le imprese ad aumentare gli investimenti, mentre la svalutazione dei tassi di cambio rendendo le merci nazionali maggiormente competitive nel mercato internazionale, condurrà ad un aumento delle esportazioni ed ad una diminuzione delle importazioni.

Una tra le più importanti controversie economiche è nata in seguito alla Grande Depressione del 1929 e all' opera dell' economista John Keynes [I1][I2][I3][F][E][ES] proprio sui "se" affrontati nelle precedenti disamine. Per comprendere tale disputa bisogna introdurre la distinzione tra variabili nominali e variabili reali. Le prime sono valutate ai prezzi correnti, ciò significa, ad esempio che se i prezzi raddoppiano allora il reddito nominale raddoppierà, ma la quantità reale di beni e servizi prodotti non muterà: è facile intuire che tali variabili da un punto di vista economico sono meno interessati per spiegare la dinamica di un fenomeno. Le variabili reali, invece, sono misurate a prezzi costanti, ovvero i prezzi osservati vengono mantenuti fissi, in tal modo la crescita di reddito reale implicherà un aumento della quantità di beni e servizi prodotti.

Tornando alla politica monetaria, è evidente che la Banca centrale variando il tasso di interesse produrrà una variazione dei consumi, investimenti e redditi nominali. La controversia tra gli economisti prima introdotta, concerne il tempo e la dimensione degli effetti della politica monetaria sulle variabili reali. Secondo i monetaristi, [I1][I2][I3][I4][I5] l'effetto sui prezzi è rapido e completo , mentre secondo i keynesiani [I1][I2][I3][F][ES] tale effetto è lento e incompleto.

   41/48   

Approfondimenti/commenti:

    Nessuna voce inserita

Inserisci approfondimento/commento

Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero