Comportamenti da adottare in classe
Avere un alunno sordo [E1] [F1] in classe è un’esperienza formativa di grande rilievo per un docente. Innanzitutto si ha a disposizione un ottimo metro per misurarsi empaticamente, proprio perchè tutto parte dal domandarsi: “cosa sentirei, di tutti i messaggi sonori che mi circondano, se avessi un paio di tappi alle orecchie per tutta la giornata?”
Un docente che ha la responsabilità della formazione di un alunno sordo deve prima di tutto modificare il suo modo di parlare; deve:
1) parlare con ritmo rallentato, non scandito, prolungando il suono delle vocali;
2) utilizzare un timbro di voce costante, in modo che l’alunno sappia perfettamente riconoscere la voce dell’insegnante, essere richiamato da quel tipo di voce (se, ad esempio, sta svolgendo un compito scritto) e guardare il docente mentre parla;
3) evitare di parlare mentre si scrive qualcosa alla lavagna, voltando le spalle alla classe;
4) conoscere la dattilologia [I1] ed integrarla al messaggio sonoro qualora si introducano nomi propri;
5) aggiungere, al parlato, espressioni del volto molto marcate per esprimere giudizi, emozioni e sentimenti (approvazione o disapprovazione, gioia, ecc.).
Inoltre, una competenza che dovrebbe acquisire, non solo un insegnante di sostegno, ma anche l’insegnante di classe, è quella della
LIS (Lingua Italiana Segnata, la lingua dei segni) [I1] [I2] [I3] [E1] [E2] [E3] [F1] [F2] [F3] [S1] [S2] [S3] , che serve ad alternare fasi “sonore” del lavoro in classe a fasi non udibili della lezione a cui esporre tutti gli alunni, in modo da integrare l’alunno sordo a 360° con il gruppo-classe e far scattare la molla dell’empatia in tutti i compagni.
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