MOSTRI PER DIFETTO... MOSTRI PER ECCESSO
Mostri per difetto.... Gli esseri mostruosi sembrano
aprioristicamente contenere in sè un elemento di deformazione che, nel presente caso,
coincide con una "mancanza". L'esempio più evidente è dato dai ciclopi [F1] [F2] [S1] [S2] :
esseri enormi e con un unico enorme occhio nel mezzo della fronte. Nella
mitologia appartengono alla prima generazione cosmica e affiancano Zeus nella
lotta contro i Titani; loro è la fattura delle potenti folgori usate dal re
degli dei grazie alle quali diveranno i fabbri ufficiali dell'Olimpo. Anche
Polifemo è un ciclope [E1] , ma non ha nulla a che vedere con i precedenti.
Appartiene ad un popolo di pastori, è rozzo, si ciba di carne umana, non conosce
l'agricoltura. Ulisse lo gabba non solo accecandolo, ma fingendo di chiamarsi
"Nessuno"; così quando Polifemo chiederà ai suoi compagni aiuto per catturare
"Nessuno", proprio nessuno gli crederà [F3] .
Sul versante femminile, le creature che meglio rendono l'idea della
privazione sono le Graie [E2] . Anche in questo caso si tratta di divinità
preolimpiche e, ancora, ci si trova davanti a creature monocoli. A rendere
ancora più terribile l'aspetto sono: la presenza di un solo dente, che le tre
sorelle si passano l'un l'altra, la grande bruttezza e la vecchiaia, presente in
loro fin dalla nascita (il nome stesso significa "anzianità"). Perseo, per
convincerle ad aiutarlo nella conquista della testa della Medusa [F4] [F5] (mostro di
donna con capelli di serpe, è una delle tre Gorgoni [E3] [E4] [S3] , l'unica mortale),
approfitterà proprio dello stato di privazione che le affligge: ruberà loro il
solo occhio che possedevano.
...e mostri per eccesso
Molte delle creature precedentemente menzionate avrebbero potuto rientrare in
questa categoria e, nella maggior parte dei casi per essere dotati di molte,
molte teste. Rispetto alla tradizione classica i miti nordici ci rimandano
invece a cavalli con otto zampe, come Sleipnir (cavallo di Odino) oppure ad
antilopi con sei, secondo un mito della Siberia. Nella mitologia classica,
invece, il caso più emblematico è quello degli Ecatonchiri [F6] [E5] , giganteschi figli di
Gea, la terra, e di Urano, il cielo, dotati di cento braccia e di cinquanta
teste. Affiancarono Zeus come i Ciclopi nello scontro decennale con i Titani e,
alla fine, ne divennero i carcerieri. Sempre nel novero delle creature mostruose per eccesso, si inserisce anche Argo. In realtà, si tratta di un nome legato a più figure appartenenti alla tradizione mitologica e storica. Qui si intende il figlio della Terra, gigante dalla forza smisurata dotato di innumerevoli occhi che nel sonno, secondo Euripide, si chiudevano alternandosi di cinquanta in cinquanta. Questa creatura mostruosa è anche legata ad un'altra leggenda: Zeus aveva donato ad Era una splendida giumenca (si trattava di Io, amata dal re degli dei e trasformata in animale per essere sottratta all'ira della moglie), e la dea pose proprio Argo a custodirla. Quando Zeus mandò Ermes a liberare l'amante, questi uccise Argo ed Era, grata al suo fedele custode, decise di spargerne gli occhi sulla coda del pavone.
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