Miti e leggende di Luca La Grotta (lucalagrotta@infinito.it), Matteo Leonardi (aleonardim@tiscalinet.it), Cristina Merchiori (severnaja@libero.it), Elisa Rossi (elisaros2006@libero.it), Claudia Scaglia (siscla@libero.it).

PERSEO

La leggenda [I1] [F1] di Perseo [I1] [I2] [E1] [F1] [S1] [S2] è in sé rappresentativa della complessità delle vicende che compongono molti miti d'eroi ed è per molti versi paradigmatica dei caratteri distintivi di tale genere. Indubbie sono le origini semidivine [E1] del protagonista, nato da Danae [E1] , figlia del re d'Argo e da Zeus, apparso alla fanciulla, rinchiusa in un'oscura prigione per volere del padre, sotto le mentite spoglie di un'intensa pioggia dorata. Il nonno, Acrisio [E1] , aveva già appreso da un oracolo che un nipote nato da Danae sarebbe divenuto causa della sua morte e, visto che imprigionare la figlia non era stato sufficiente, decise di abbandonarla, richiudendola in una cassa e gettandola in mare alla deriva in compagnia del piccolo Perseo.

Fortunatamente, la cassa fu, per volere di Zeus, sospinta dai flutti fino alle coste della piccola isola di Serifo, nell'arcipelago delle Cicladi, dove i due vennero posti in salvo.

Trascorsi alcuni anni, il tiranno dell'isola, il turpe Polidette, si invaghì di Danae, suscitando la disapprovazione e l'acrimonia del giovane Perseo, del quale cercò di sbarazzarsi, chiedendogli di portargli l'orribile testa di Medusa [I1] [E1] [F1], una delle Gorgoni [I1] [I2] [F1] [S1] , nota per la sua capacità di trasformare all'istante in gelida pietra chiunque osasse guardarla negli occhi.

Egli riuscirà nella disperata impresa, non senza l'indispensabile ausilio di alcuni degli dei dell'Olimpo (Atena e Hermes in particolare), dopo una lunga serie di avventure, che riporteremo di seguito sommariamente riassunte.

Dapprima, per trovare Medusa, Perseo si trovò a dover affrontare le tre decrepite Graie [I1] [E1] , sorelle delle Gorgoni, bizzarre creature che possedevano un solo occhio e un solo dente in tre. Esse, uniche al mondo, sapevano dove trovarealcuni oggetti fatati, che gli erano indispensabili per portare a termine la sua missione: i sandali alati, la bisaccia magica e l'elmo di Ade (che rendeva invisibile chi lo portava). Per riuscire ad ottenere da loro le informazioni che gli servivano, l'eroe tolse loro l'unico occhio, che le tre vecchie si scambiavano a turno quando avevano la necessità di vedere. Così, minacciate di eterna ed irrimediabile cecità, si risolsero ad accontentare il giovane che, dopo qualche altro lungo viaggio per l'orbe terracqueo, finalmente munito di tutto il necessario, affrontò e vinse Medusa con l'astuzia. Le si avvicinò cautamente alle spalle, camminando all'indietro e guidandosi con uno specchio, per evitare il suo sguardo letale. Con un'agile mossa le recise il capo, così come gli era stato chiesto dal perfido Polidette, e ripose il suo trofeo nella bisaccia magica che aveva portato con sé.

Allora si manifestò un altro prodigio: dalla pozza formata dal sangue scaturito dal collo di Medusa balzò fuori all'improvviso un magnifico cavallo alato, Pegaso [I1] [E1] [F1] [S1], che da lì in poi accompagnò Perseo nelle sue avventure.

Tornato sull'isola di Serifo, seppe prendersi una piena rivincita sul tiranno: estrasse il capo di Medusa dalla bisaccia per dimostrare di aver compiuto l'impresa che gli era stata assegnata e, così facendo, fece sì che gli occhi della Gorgone incrociassero quelli del suo nemico, che ne fu pietrificato all'istante.

Dalla liberazione della sua sposa Andromeda [I1] [E1] [F1] , insidiata da un mostro marino, alla severa punizione inflitta al titano Atlante [E1] [F1] , che si era rifiutato di ospitarlo e venne perciò trasformato nell'omonima catena montuosa del Nordafrica sottoponendolo al fatale sguardo dei vitrei occhi di Medusa, le avventure che si intrecciano nel mito di Perseo non si fermano qui.
Anche il nonno Acrisio vide, alla fine, avverarsi l'infausta profezia che lo aveva spinto, molto tempo prima, a dar inizio all'intera vicenda. Secondo alcune versioni del mito, Perseo, ritornato in patria dopo molti anni, partecipando ad una gara di lancio col disco, lo colpì involontariamente e ne provocò la morte.
Tuttavia, non sembra opportuno, né utile, presentare una completa disamina della materia in questa sede. essendo versioni complete e dettagliate della tradizione greca della leggenda già presenti in rete. Sembra più funzionale al nostro scopo ripercorrere brevemente la popolarità della figura di Perseo nel corso dei secoli e i suoi più noti riflessi nell'immaginario di artisti e poeti nel corso dei secoli.

L'avventura di Perseo nell'arte: alcuni esempi.

Volendo citare solo alcune rappresentazioni estremamente note di Perseo, dalle quali possa essere facile partire nell'impostare qualunque lavoro di comparazione, emergono alcuni esempi di particolare significatività.

Primo fra tutti, il Perseo [I1] [I2] bronzeo realizzato poco dopo la metà del Cinquecento da Benvenuto Cellini su commissione di Cosimo I de' Medici e tuttora esposto a Firenze nella sua collocazione originaria, all'interno della Loggia dei Lanzi, prospiciente il famoso Palazzo Vecchio. In questa scultura il giovane eroe innalza con la mano sinistra il capo reciso di Medusa, mentre con la destra brandisce l'arma usata per uccidere la mostruosa creatura, in una posa che ricorre, con poche ma significative varianti, in opere di epoche ben diverse, dal raffinato neoclassico di Antonio Canova [I1] (il cui Perseo Trionfante è conservato presso i Musei Vaticani), all'originale esito [E1] del surrealista Salvador Dalì (che trova posto lungo una via di Marbella).

Per quanto riguarda la pittura, può essere interessante ricordare che il mito di Perseo, e in particolare il momento della liberazione di Andromeda [E1] , rappresenta un tema figurativo assai frequente fin dall'antichità: si vedano le sue frequesti attestazioni nelle pitture rinvenute a Pompei [I1] .

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Edurete.org Roberto Trinchero