d) Non solo i pesci nuotano
Nel mare,
come nei laghi e nei fiumi, non sono solo i pesci a nuotare. Altri animali, nel
corso dell'evoluzione, hanno imparato a librarsi nell'acqua. Parliamo di
convergenza evolutiva e cioè del processo mediante il quale gruppi totalmente
diversi, in uno stesso ambiente, sviluppano strutture simili per risolvere
problemi simili. [I1]
[I2] [I3] [E1] [F1] [S1] [S2]
Nuoto dei rettili [I4] [I5] [I6] [F2] [F3]
I rettili
sono rappresentati in mare da alcune specie di tartarughe e di serpenti, ma
mentre questi ultimi avevano già un corpo adatto al nuoto, le tartarughe hanno
dovuto adattarsi nel corso dei millenni alla vita in mare.
Le tartarughe marine
nuotano, nonostante la loro tozza e robusta corporatura, con grande abilità,
grazie alle modifiche degli arti in pinne appiattite che usano come ali.
Infatti gli arti sono
in posizione laterale piuttosto che rivolti verso il basso, il che rende
molto difficoltosi i movimenti a terra. Gli arti anteriori o 'pinne' sono
generalmente allungati e forniscono la spinta principale. Le pinne posteriori
sono larghe e a forma di spatola e le femmine le usano per scavare i nidi nella
sabbia.
Nuoto degli uccelli [I7] [I8] [E2] [F4] [F5]
Numerosi
sono i gruppi di uccelli che si sono adattati alla vita vicino al mare e
molti di loro sono capaci di immergersi a grandi profondità per trovare
nutrimento. Tra gli uccelli che più si sono adattati all'ambiente marino vi
sono i pinguini.
Essi hanno subito notevoli cambiamenti. Il loro corpo ha
assunto una forma altamente idrodinamica con un becco lungo quanto la testa e
molto dritto. Le ali sono larghe, appiattite, conformate a pinne e la coda corta
viene sfruttata come un timone. Tali adattamenti permettono al pinguino un nuoto
molto veloce e la possibilità di saltare al di fuori dell'acqua.
Inoltre i pinguini non hanno
penne differenziate per svolgere funzioni diverse, ma sono coperti uniformemente
da piccole penne tutte uguali, simili a scaglie e mentre la maggior parte degli
uccelli effettua la muta durante l'intero anno, i pinguini cambiano tutte le
penne in un periodo più breve, nel corso del quale alcune specie perdono anche
gli strati esterni del becco. Durante la muta, che può durare alcune settimane,
i pinguini hanno un aspetto gonfio e arruffato, non entrano in acqua e pertanto
restano a digiuno.
Nuoto dei mammiferi [I9] [I10] [E3] [F6]
I Pinnipedi e i
Sirenidi
Questi due ordini di
mammiferi sono perfettamente adattati alla vita in acqua.
Il loro corpo ha una
buona idrodinamicità grazie a una forma più o meno fusiforme e gli arti
trasformati in organi natatori simili a pinne.
Le foche sono un ottimo
esempio di Pinnipedi. Esse hanno gli arti inferiori tesi e immobili e l'assenza
di padiglioni auricolari che le rende apparentemente più adatte alla vita
acquatica rispetto alle otarie (leone marino) che invece li posseggono.Tra i Pinnipedi
le foche usano per il nuoto le pinne posteriori e, per muoversi a terra, solo le
anteriori; le otarie, invece, nuotano principalmente con le pinne anteriori e si
poggiano a terra su tutti gli arti. I trichechi, infine, sono abbastanza
efficienti a terra mentre lo sono meno in acqua.
I padiglioni auricolari, ridotti
nelle otarie e assenti in foche e trichechi, possono essere chiusi durante
l'immersione. L'apparato respiratorio consente lunghi periodi di apnea, anche di
40 minuti e sino a profondità di 2000 m (elefante marino).
I
Sirenidi (lamantini e dugonghi) sono mammiferi adattati a vivere quasi costantemente in mare. Essi
hanno un corpo fusiforme rivestito da radi peli, arti superiori trasformati in
pinne, arti posteriori mancanti e pinna caudale molto sviluppata.
I Cetacei
Tra i mammiferi
sono sicuramente i più adatti alla vita in mare, infatti essi sono perfettamente
adattati alla vita pelagica e
completamente indipendenti dalla Terra.
Le modifiche che il corpo di questi
animali (una volta terrestri) ha subito sono molto profonde.
Il corpo siluride può essere più o meno
allungato, la testa massiccia e conica termina anteriormente con un muso con
estremità ottusa (Orca) o a becco (delfino), il collo non è estremamente
distinto, l'assenza di padiglioni auricolari, di peli e qualsiasi struttura
(come le mammelle che sono nascoste) li rendono molto idrodinamici.
La propulsione avviene mediante gli
arti anteriori trasformati in pinne e soprattutto dalla pinna caudale azionata
da potenti muscoli dorsali e addominali che assicurano un'ottima spinta.
Curiosità
sul nuoto dei delfini
Una
nuova ricerca ha scoperto che sia i delfini allo stato brado che quelli in
cattività, nell'emisfero nord, nuotano in cerchio in senso antiorario, mentre i
delfini dell'emisfero sud compiono dei cerchi in senso orario. Si pensava che
questa scelta del senso del nuoto fosse dovuta alla anatomia dell'animale, forse
ad un'asimmetria del loro cervello.
Quando
si riposano questi mammiferi marini dormono soltanto con una metà dei loro
cervello alla volta e nuotano, pigramente, compiendo dei cerchi.
Paul
Manger, un neuroetologo svedese che si occupa di delfini, una volta giunto in
Sud Africa nell'Università di Witwatersrand, notò che i delfini che
nuotavano in senso antiorario nelle loro vasche erano delfini provenienti
dell'emisfero nord.
Per confermare
questa sua osservazione si recò al delfinario locale e vide che i delfini
dell'emisfero sud passano l'86% della loro giornata nuotando in senso orario.
Questo vorrebbe dire che il senso del nuoto dipende dagli emisferi e non da
conformazioni anatomiche.
Secondo Manger, la forza che causa questo potrebbe essere la forza
di Coriolis, un effetto di rotazione della Terra che produce correnti su grande
scala nell'oceano e nell'atmosfera.
17/35
|