Anatomia comparata dell'apparato scheletrico di Federica Bussi (fbussi@hotmail.com), Daniele Del Gaudio (danieledelgaudio@libero.it), Barbara Ruozzi (barbara.ruozzi@fastwebnet.it), Daniela Triberio (danielatriberio@libero.it), Giovanna Vaccarello (gio.vaccarello@tiscalinet.it)

c) Il salto e lo scavo

Il salto

L'adattamento al salto è caratterizzato dalla suddivisione dell'arto posteriore in tre segmenti circa uguali. L'unico movimento permesso è quello di flessione-estensione. Il femore è relativamente poco allungato. La tibia si allunga mentre la fibula (o perone) si riduce diventando molto sottile (come nel caso del coniglio) o saldandosi alla tibia (rana). L'autopodio spesso si appoggia completamente al suolo; nel caso delle rane e di molti lemuri si allunga a livello del tarso, nei conigli e nei canguri a livello del metatarso.

L'arto anteriore rimane normale nei saltatori quadrupedi, che lo utilizzano per sostenere il corpo e attutire l'impatto al suolo durante la ricaduta (rana, coniglio); nei saltatori bipedi si riduce e viene utilizzato come appoggio solo durante la marcia normale, mentre non serve durante la corsa (canguro [E1]). In questi casi l'arto anteriore può essere utilizzato per altri scopi, come la ricerca del cibo o lo scavo.

Nei saltatori quadrupedi l'arto anteriore funge anche da stabilizzatore durante il salto, sono infatti animali privi di coda o con coda molto piccola; nei saltatori bipedi, viceversa, è proprio la coda lunga e robusta ad impedire che l'animale cada in avanti durante il salto.

La superficie d'appoggio è ridotta nei mammiferi saltatori: sono plantigradi atipici, infatti la pianta del piede ha una forma lunga e stretta; nel canguro addirittura solo il dito centrale è ben sviluppato.

Le rane [E2] invece, che utilizzano le zampe anche per nuotare, hanno le falangi aperte per poter estendere la membrana interdigitale.

scheletri di canguro

Lo scavo

Gli animali fossori conducono gran parte della loro esistenza sotto la superficie del suolo. La loro corporatura è tozza e priva di sporgenze, tale da occupare il minor spazio possibile. Gli arti corti e robusti resistono bene alle sollecitazioni dello scavo senza spezzarsi; l'autopodio degli arti anteriori risulta molto sviluppato in ampiezza e funziona da vera e propria pala. Le falangi sono dotate di grosse unghie che facilitano la rimozione del terreno durante la costruzione di tane e gallerie.

scheletro di talpa

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Edurete.org Roberto Trinchero