I CIRCOLI VIZIOSI DEL SOTTOSVILUPPO
Si è spesso affermato che un Paese economicamente arretrato non riesce a svilupparsi perché rimane vittima di “circoli viziose”, ossia di un insieme di condizioni negative che, interagendo fra loro e perpetuandosi, impediscono la crescita.
Il primo circolo vizioso indica che, se un Paese ha un basso reddito, esso avrà un basso risparmio, quindi bassa capacità di investimento e modesta produzione. Ne consegue che un Paese a basso reddito, proprio per questa sua condizione, ha poche possibilità di accrescerlo in futuro.
Il secondo circolo vizioso chiama in causa il modesto livello tecnologico dovuto agli scarsi capitali destinati alla ricerca scientifica. Le conseguenze sono analoghe a quelle del ciclo precedente, e cioè un reddito insufficiente al decollo economico.
Recentemente sono stati studiati altri possibili circoli viziosi che avvengono nei Paesi economicamente più deboli.
Un primo circolo addebita la responsabilità del sottosviluppo alla condizione iniziale di indebitamento alla quale sono stati costretti i Paesi arretrati, e successivamente alle politiche imposte dal FMI (Fondo Monetario Internazionale) che hanno creato una situazione di dipendenza dall’esportazione, rendendo impossibile una strategia di sviluppo autosostenuto, cioè modellato sulla possibillità di ogni singolo Paese e realizzato con le sue energie.
Un altro circolo vizioso parte dall’indebitamento e pone l’accento sul basso livello dei tassi di remunerazione dei capitali che si creano in seguito all’aumento della liquidità.
Ciò ha un duplice effetto: scoraggia il risparmio (e di conseguena l’investimento) e favorisce la fuga dei capitali nazionali all’estero. Secondo molti teorici quest’ultimo problema ha rappresentato, e rappresenta tuttora, una delle principali cause di impoverimento dei Paesi indebitati: mentre essi devono subire pesanti oneri in conseguenza dei debiti ottenuti, i capitali delle grandi famiglie del Paese vengono ad essere investiti in larga parte all’estero, determinando un unlteriore paradosso.