[I1]
[E1]
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[E3]
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Il manganese si presenta in vari stati di ossidazione; il più stabile è +2 ma ricorrono comunemente anche +4 e +7.
Il manganese è un elemento relativamente abbondante, costituendo circa lo 0.085 % della crosta terrestre. Tra i metalli pesanti, solo il ferro è più abbondante. Questo elemento si trova in natura sotto forma di ossido MnO 2, o pirolusite.
Le proprietà chimiche e fisiche del manganese sono simili a quelle del ferro. La differenza maggiore tra i due elementi è data dal fatto che il manganese è più duro e fragile del ferro, ma un po’ meno refrattario.
Usi
L'uso principale del manganese è come additivo negli acciai e per tale impiego si può usare direttamente il metallo impuro ottenuto per riduzione dei minerali con carbone. L'aggiunta del manganese serve a catturare l'ossigeno e lo zolfo presenti: essi vengono trasformati in MnO2 e MnS. Un'aggiunta ulteriore serve a rendere più duri e tenaci gli acciai.
Fonti ambientali
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Una riserva di questo elemento si trova nei noduli di manganese che costellano il fondo marino. Tali noduli presentano un diametro che va da qualche millimetro a parecchi metri, e sono costituiti da blocchi di ossidi di ferro, manganese ed altri elementi.
I problemi ambientali legati a questo metallo sono relativamente meno allarmanti rispetto a quelli legati ad altri metalli pesanti.
Il manganese e l’uomo
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Il manganese è un elemento essenziale per i sistemi vegetali ed animali. Infatti, il Mn(II) è un agente attivante degli enzimi responsabili della sintesi delle glicoproteine e lo si ritrova come costituente di molti metalloenzimi, come ad esempio la piruvato carbossilasi. Per quanto riguarda i vegetali, invece, il Mn è un costituente dei cloroplasti, responsabili della fotosintesi clorofilliana.
Tossicità
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I maggiori effetti tossici sono stati riscontrati in piante, soia, cotone, tabacco, esposte ad un eccesso di manganese presente nei suoli.