Nella bomba
atomica[I] diverse quantità di uranio
(ciascuna singolarmente in quantità inferiore alla massa critica) sono tenute
separate fino a quando la bomba cade, arrivata la bomba al suolo le masse si
uniscono, viene così superata la massa critica, e si innesca la reazione di
esplosione nucleare. La prima bomba atomica, lanciata su Hiroshima
il 6 agosto 1945[I] produsse un’esplosione
paragonabile a quella di 20.000 tonnellate di tritolo e si raggiunse una
temperatura superiore ai 5 milioni di gradi: morirono all’istante 80.000
giapponesi e altri 91.000 morirono nei giorni e negli anni successivi, a causa
delle ferite e degli effetti delle radiazioni. In seguito sono state costruite
bombe ancora più potenti.
Abbiamo visto che nei processi di fusione si ha una
energia ancora maggiore che nei processi di fissione. Alcuni militari e
politici pensarono che le bombe atomiche non fossero abbastanza potenti:
occorreva fare qualcosa di più, ad esempio una bomba a fusione.
Ma per far partire il processo di fusione occorre
una temperatura altissima. Perché non sfruttare il calore prodotto da una bomba
atomica per far partire una reazione di fusione? Nacque così la bomba H (bomba
a idrogeno) nella quale un’esplosione atomica serviva come semplice innesco,
detonatore, per la più terribile fusione nucleare. L’esplosione di una bomba H
equivale alla esplosione di 100 milioni di tonnellate di tritolo e produce la
temperatura di 1 miliardo di gradi.
Una bomba atomica o una bomba H, sganciata su una
città, distrugge tutto, case, industrie, caserme, impianti militari, porti, e
uccide all’istante centinaia di migliaia di persone.
È chiaro che il compito degli scienziati nucleari è
studiare la natura per trovarne i segreti ed averne vantaggio[ES] per tutta l’umanità, ma talvolta le
scoperte della scienza vengono utilizzate per scopi malvagi e terribili.