Nel 1938 si scoprì che
colpendo con un neutrone rallentato il nucleo di un atomo di uranio[I] [E], l’atomo si spezzava, dando due atomi,
tre neutroni e tanta
energia.
Il processo per cui un atomo si spezza dando due
atomi, particelle subatomiche ed energia si chiama fissione[E] [I1]
nucleare.
Sul tale processo si basano sia le armi nucleari sia
le centrali nucleari ed ha quindi molta importanza teorica e sociale.
Una reazione di fissione è schematizzabile come
segue:
dove con n abbiamo indicato un neutrone. Avvengono
tre fenomeni: a) l’atomo si spezza in due; b) si libera energia; c) si liberano
tre neutroni. La differenza sostanziale che distingue la fissione dalle altre
reazioni nucleari è che i due nuclei risultanti hanno numeri atomici lontani da
quello originario e le masse dei due frammenti risultano dello stesso ordine di
grandezza.
Facendo opportuni calcoli si può dimostrare che la
energia liberata nella fissione di un solo nucleo di uranio–235 equivale a 203
Mev (mega–elettronvolt). Questo per ogni processo di fissione: si tratta di una
quantità di energia veramente enorme, corrispondente a circa 20 milioni di kcal
per grammo di uranio trasformato, che è la quantità di energia ricavabile dalla
combustione di circa due tonnellate di petrolio.
Abbiamo visto che ad ogni atto elementare di
fissione si rendono liberi due o tre neutroni; questi neutroni, interagendo con
altri nuclei, possono provocare altre fissioni e così la reazione procede con
meccanismo a catena. Ma Perché questo possa avvenire è necessario che dei
neutroni originati da un singolo atto di fissione almeno uno, in media, possa
produrre un’altra fissione e non sfugga dalla massa del materiale fissile senza
aver sortito questo risultato, perché altrimenti la reazione si arresterebbe.
Questa condizione si realizza solo se la massa del materiale fissile supera un
determinato valore critico: allora la reazione a catena si mantiene da sé. Se
essa avviene in condizioni tali che il numero dei neutroni attivi si moltiplica
col procedere degli atti individuali di fissione, la sua velocità aumenta
rapidissimamente così da renderla esplosiva: è ciò che avviene nella bomba
atomica. Introducendo nella massa del materiale fissile degli adatti
assorbitori di neutroni (barre di cadmio o d’altro materiale) si può
controllare la velocità del processo e mantenerla entro i limiti voluti per
potere convenientemente sfruttare il calore sviluppato: è in queste condizioni controllate
che si fa avvenire la reazione di fissione nei reattori nucleari.
Fusione
è detto il processo di combinazione di due nuclei molto leggeri, che,
appunto fondendosi l’uno con l’altro, danno origine ad un nucleo più pesante.
Questo processo è accompagnato dalla liberazione di
una quantità di energia straordinariamente alta, assai più di quella sviluppata
nelle reazioni di fissione; due importanti reazioni di fusione sono le
seguenti:
La fusione però può realizzarsi solo se I nuclei
reagenti, di deuterio (H) e di trizio (H), hanno un’energia cinetica, quando
entrano in collisione, sufficientemente alta da poter vincere la fortissima,
reciproca repulsione colombiana e per questo è necessario portarli a
temperature straordinariamente elevate, di decine o addirittura di centinaia di
milioni di gradi. In tali condizioni gli atomi sono ionizzati e il gas è
formato da una miscela di ioni positivi e di elettroni negativi, ossia è allo
stato di plasma: per l’altissima temperatura esso non può venire in contatto
con pareti solide, perché nessun materiale potrebbe resistere; perciò deve
essere costretto nel volume di reazione mediante potenti campi magnetici e per
questo motivo vi sono ancora notevoli problemi tecnologici ancora irrisolti.
I processi di fusione presentano grandi vantaggi
rispetto a quelli di fissione. Mentre l’uranio fissionabile esistente in natura
non è inesauribile, questo problema non si pone per il deuterio. In un Km3
di acqua di mare vi è una quantità di deuterio sufficiente per ottenere la
stessa quantità di energia che si può ottenere sfruttando tutti i giacimenti
conosciuti di petrolio. Dal deuterio contenuto in un solo litro di acqua di m
are possiamo ottenere la stessa quantità di energia che possiamo avere dalla
combustione di 300 litri di benzina.