I radioisotopi possono
emettere tre tipi di radiazioni[E] [ES1]
[ES2]:
radiazioni α, radiazioni β (o più precisamente radiazioni β-) radiazioni γ. Le prime sono dotate di cariche elettriche
positive, le seconde di cariche elettriche negative e le terze sono
elettricamente neutre.
Una radiazione
α [ES],
chiamata anche particella α, è costituita
da due protoni e due neutroni e viene emessa ad alta velocità da un nucleo di
un radioisotopo. È incapace di attraversare sottili strati metallici, basta un
sottile foglio di carta per assorbirle completamente e nell’aria riesce a
percorrere solo 7 cm. Le particelle α
hanno poca energia (la loro velocità è circa venti volte inferiore a quella
della luce nel vuoto) e un basso potere penetrante; non sono quindi molto
pericolose. Esse sono chiamate anche elioni (essendo identiche al nucleo
dell’atomo d’elio).
Salvo poche eccezioni, il decadimento con emissione
di particelle α è caratteristico
soltanto dei radioisotopi molto pesanti, con numero atomico superiore a 82 e
numero di massa superiore a 200, nei quali le forze repulsive fra i protoni non
sono neutralizzate da un numero sufficiente di neutroni. Il fatto che queste
specie isotopiche espellano particelle α
piuttosto che protoni e neutroni singoli è dovuto alla eccezionale stabilità
dell’aggregato di quattro nucleoni che corrisponde ad una particella α. Con l’emissione α il nuclide (è un sinonimo di isotopo)originario si trasforma
in un’altra specie chimica, in quanto il suo numero atomico diminuisce di due
unità: diventa pertanto un isotopo dell’elemento che lo precede di due posti
nella classificazione periodica.
Una radiazione
β-[E], chiamata anche particella β-, è un elettrone che si origina
a partire da un neutrone; tale neutrone si trasforma in un protone ed emette (o
per così dire «perde») un elettrone. È questo un tipo di decadimento molto
frequente per i nuclidi caratterizzati da un rapporto fra neutroni e protoni
eccessivamente alto. Nel decadimento β- il numero di nucleoni del radionuclide
originario resta invariato nel nuclide risultante, che conserva quindi il suo
stesso numero di massa, mentre aumenta di una unità, rispetto a quello del
nuclide genitore, il suo numero atomico; si passa così dal nuclide
dell’elemento originario a un nuclide dell’elemento subito successivo nella
classificazione periodica: un esempio molto famoso è .
Le particelle β-
sono emesse dal nucleo ad altissima velocità e, avendo una massa quasi
settemila volte inferiore e una velocità circa tripla delle particelle α, sono molto più penetranti e pericolose;
sono infatti capaci di penetrare sottili strati metallici e molti centimetri di
aria.
Le
radiazioni γ[E]sono radiazioni
elettromagnetiche di altissima frequenza (l
= 10–100 pm) che hanno un’energia circa 30.000 volte superiore a quella dei
fotoni della luce visibile. Non sono particelle elementari e la loro emissione
fa diminuire solamente l’energia del nucleo. Sono molto più penetranti delle
particelle α e β e riescono ad attraversare diversi metri di aria e anche strati
di 25 cm di piombo. La denominazione raggi γ non
caratterizza però un determinato intervallo di lunghezze d’onda, ma vuol
precisare solo l’origine nucleare della radiazione: una radiazione di ugual
lunghezza d’onda (l) ma di origine
extranucleare, generata in altro modo è denominata radiazione X, per quanto sia
fisicamente indistinguibile da una radiazione γ.
I raggi γ accompagnano il
decadimento α o β di una quindicina di radionuclidi naturali e di molti più
radionuclidi artificiali. Essi vengono emessi senza variazione del numero di
massa o del numero atomico e sono l’eco esterna delle variazioni di energia che
accompagnano l’assestamento dei nucleoni nei nuclei risultanti dal processo di
decadimento radioattivo. Molto spesso, infatti, l’espulsione di una particella α o β
genera il nuovo nucleo in uno stato eccitato (cioè caratterizzato da un
contenuto energetico più elevato del normale) il quale si riassesta verso lo
stato energetico più stabile attraverso la emissione di energia sotto forma di
radiazione elettromagnetica γ.
Esistono anche altri due tipi di decadimenti
radioattivi i decadimenti β+
e quelli per cattura elettronica (o cattura K). I primi sono caratteristici di
nuclidi con basso rapporto fra neutroni e protoni e tendono a trasformarsi in
modo da aumentare tale rapporto per conseguire uno stato di stabilità. Questa
volta è un protone a trasformarsi in un neutrone con l’espulsione di una
particella di massa identica a quella dell’elettrone ma carica positiva
(anziché negativa: i cosiddetti positroni). La trasformazione di un protone in
un neutrone può realizzarsi anche per cattura di un elettrone extranucleare che
ruoti molto vicino al nucleo (la cattura K). Mentre il decadimento β+ è caratteristico di quei
nuclidi con basso valore di Z, il decadimento per cattura K è caratteristico
per nuclidi con alto valore di Z.
Il tempo impiegato da una sostanza radioattiva a
trasformarsi in un’altra viene detto periodo
di semitrasformazione[E] e può essere
molto breve, cioè dell’ordine i pochi secondi, oppure molto lungo, dell’ordine
cioè di migliaia di anni.