Il congresso di Berlino (1884-85)[FR12]
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, convocato dalla Germania e Francia, rappresenta il trionfo della politica di spartizione. L’atto finale della conferenza nel 1885 fissa le acquisizioni già effettuate in Africa dagli stati europei, disciplinando però le modalità che gli stati europei avrebbero dovuto seguire per ampliare i propri possedimenti: questo diede un ulteriore spinta alla colonizzazione del territorio africano.
Alla vigilia della I guerra mondiale l’occupazione africana ormai si può dire conclusa, con l’eccezione dell’Etiopia, conquistata dall’Italia nel 1936.
Notevoli sono le differenze tra Francia e Gran Bretagna, le due principali potenze colonizzatrici, in termini di stili di governo delle rispettive colonie. Nell’impero coloniale francese, articolato in grossi nuclei territoriali vi sono tentativi di assimilazione dei colonizzati attraverso la scuola in francese, il servizio militare, l’inclusione degli africani nell’amministrazione ecc. A lato però non mancano tentativi autoritari e repressivi nei confronti delle popolazioni locali.
Gli inglesi invece tendono ad adottare un atteggiamento più flessibile: riducono le spese amministrative affidandosi ai capi indigeni, danno scarso impulso all’urbanizzazione, lasciano l’insegnamento ai missionari e non si pongono il problema dell’assimilazione delle popolazioni locali.
Queste differenze giocheranno un ruolo importante nel determinare le modalità e le caratteristiche dei processi di indipendenza.