Il territorio africano è noto per le sue immense ricchezze di risorse naturali. I pozzi petroliferi del nord e centro Africa, le risorse minerarie di tanti paesi sono sempre state di enorme interesse non solo per le popolazioni locali, ma per tutti coloro che si sono alternati nel controllo dei territori. Oggi si assiste di nuovo ad una forte competizione internazionale per l’accaparramento delle materie prime africane e degli accessi ai mercati di sbocco. Le risorse energetiche come il petrolio sono uno dei pilastri su cui si regge la politica estera di qualsiasi paese.
Il prezzo del greggio è salito nel corso dell’anno (2006) passato a prezzi elevatissimi perché la domanda sta crescendo più rapidamente dell’offerta (SI VEDA APPROFONDIMENTO SULLA LEGGE DELLA DOMANDA E DELL'OFFERTA).
Cina e India sono oggi importatori netti di petrolio e cercano di assicurarsene crescenti quantità firmando contratti a lungo termine con numerosi paesi.
Gli USA importano oggi circa il 15% del loro fabbisogno energetico dall’Africa, quota che dovrebbe crescere fino al 20%. Una delle migliori qualità di greggio è prodotta in Africa occidentale, peraltro a costi di estrazione molto bassi. Le riserve africane però sono controllate da paesi tra i peggio governati al mondo.
Si pensi all’Angola, uscita di recente da una guerra civile pluridecennale, mentre l’industria petrolifera nigeriana è sabotata da attentati terroristici e sequestri frequenti.
Come in altre parti del mondo, gli aiuti finanziari esteri non contribuiscono a rendere questi paesi più stabili. Tuttavia si nota che la situazione è leggermente migliore quanto i governi non controllano totalmente l’economia. In Nigeria lo stato gestisce tutte le raffinerie di petrolio, mentre in Angola gestisce quasi l’intero settore manifatturiero.
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