Oggi l’Africa è diventata un nuovo terreno di conquista per le potenze emergenti. E questo è il caso soprattutto della Cina, la cui rapida industrializzazione sta stimolando la crescita di domanda di materie prime. Pechino ha assegnato alle proprie imprese semipubbliche il compito di penetrare nei mercati internazionali per garantire l’accesso alle risorse nel lungo periodo. Questo ha portato a sottoscrivere accordi con:
1. la Russia per il petrolio
2. l’Australia per l’uranio
3. il Brasile per il ferro
4. il Perù per il gas naturale
Il governo cinese fa leva su incentivi finanziari per garantirsi questi beni attraverso prestiti a basso interesse, cancellazione del debito estero e grandi progetti infrastrutturali.
Nel 2005 le imprese cinesi hanno investito circa 600 milioni di dollari in Zimbabwe, uno dei principali esportatori di platino. La Cina inoltre è la principale esportatrice di legname dalla Liberia ed importa circa il 50% del petrolio prodotto in Sudan, presidiandone gli impianti di estrazione con e sue truppe e sta finanziando il progetto di costruzione di una diga. Il Sudan, è diventato dal 1999 produttore di petrolio grazie all’intervento cinese. Già dagli anni settanta si sapeva che nel sottosuolo sudanese c’era petrolio. Ma la guerra civile aveva impedito per anni alle compagnie straniere di lavorare.
A metà degli anni novanta un consorzio (controllato dalla maggior compagnia petrolifera pubblica cinese, la China National Petroleum Corporation Cnpc) ha iniziato lo sfruttamento del sottosuolo e costruendo un oleodotto di 1.600 Km per portare il greggio fino alle coste del Mar Rosso.
Il fatto che le compagnie cinesi non debbano rispondere delle loro azioni e del loro eventuale coinvolgimento in situazioni di guerra e di gravi violazioni dei diritti umani a una opinione pubblica sensibile a questi temi ha sicuramente favorito la stretta collaborazione tra Pechino ed il Sudan.
Pechino offre inoltre più investimenti di quanto non facciano le compagnie minerarie dell’occidente che si limitano ad estrarre le materie prime. Le imprese cinesi offrono assistenza e sovvenzioni per la realizzazione di infrastrutture. Oltre ad acquistare titanio in Kenya, la China Bridge Contruction Company ha costruito strade in Kenya per circa un decennio.
La Cina è consapevole che una buona rete di infrastrutture migliora la capacità di esportazione di un paese. Così le imprese pubbliche cinesi hanno un vantaggio nel finanziare le opere pubbliche in paesi africani.
Oggi il volume degli scambi commerciali tra la Cina ed in continente africano è quadruplicato negli ultimi cinque anni. Solo nei primi dieci mesi del 2005 inoltre le aziende cinesi hanno investito nei parsi africani un totale di 175 milioni di dollari [ES25]
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