Il galleggiamento di Silvia Lo Vetere (giolov@gmail.com), Francesca Mazzotti (francescamazzotti@yahoo.com), Chiara Vay (c.vay@libero.it)

L'equilibrio dei corpi che galleggiano 3.

Terza fase.

Consegna per gli allievi.

“Riprendete lo stesso bicchierino ed aggiungete della plastilina (fate attenzione a non metterne troppa!). Immaginate di nuovo di immergerlo in acqua, scrivete le vostre ipotesi sul suo comportamento giustificandole, quindi eseguite l’esperimento per verificarle.”

Commento didattico.

Aggiungendo l’opportuna quantità di plastilina (l’insegnante dovrebbe controllare che non sia troppa né troppo poca) il baricentro B del corpo dovrebbe essersi spostato ancora più in basso. Ora il centro di spinta C si trova più in alto di B, quindi, nonostante le sollecitazioni a cui i ragazzi possono sottoporre il bicchiere, questo tenderà a tornare sempre nella stessa posizione. Si ha, quindi una situazione di equilibrio stabile. Dopo quest’ultima fase gli studenti possono identificare le seguenti situazioni:

- equilibrio instabile: quando il baricentro B del corpo si trova sopra al centro di spinta C;

- equilibrio stabile: quando il baricentro B del corpo si trova sotto al centro di spinta C;

L’insegnante può ora spiegare perché si è data tanta importanza alla quantità di plastilina da utilizzare. Lo scopo dell’attività era l’osservazione di oggetti che galleggiano con equilibrio instabile e stabile: se si fosse messa troppa poca zavorra l’oggetto non avrebbe raggiunto un equilibrio stabile, mentre se se ne fosse messa troppa sarebbe andato a fondo poiché la sua densità media sarebbe risultata maggiore della densità dell’acqua.

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Indice percorso Edita
Edurete.org Roberto Trinchero